Il blog dell’inquietudine http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine Il senso, se esiste, lo troveremo solo alla fine Mon, 05 May 2014 20:02:38 +0000 en hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 La critica e la Chiesa http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/05/la-critica-e-la-chiesa/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/05/la-critica-e-la-chiesa/#comments Mon, 05 May 2014 20:02:38 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3249 La critica ha in comune con la Chiesa la strana voglia di creare sempre nuovi dogmi, che mancano logicamente di qualsiasi fondamento. Essa lo fa non tanto per render ancor più stupidi i creduloni, quanto piuttosto per sfogarsi con coloro che hanno oltraggiato il dogma.Arthur Schnitzler
Lettera a Jakob Wassermann, 03.11.1924

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Rifondazione arcadica http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/04/rifondazione-arcadica/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/04/rifondazione-arcadica/#comments Wed, 09 Apr 2014 21:51:52 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3243 Sotto il grigio diluvio democratico moderno, che molte belle cose e rare sommerge miseramente, va anche a poco a poco scomparendo quella special classe di antica nobiltà italica, in cui era tenuta viva di generazione in generazione una certa tradizion familiare d’eletta cultura, d’eleganza e di arte.G. D’Annunzio, Il Piacere

Massimo ha il rimedio: acconciarsi come il vate. Per una rifondazione arcadica.

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Illuminazioni: i critici cinematografici italiani http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/04/illuminazioni-i-critici-cinematografici-italiani/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/04/illuminazioni-i-critici-cinematografici-italiani/#comments Thu, 03 Apr 2014 10:05:35 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3239 Leggo la "recensione" a Nymphomaniac della Aspesi e penso: in Italia non abbiamo critici cinematografici ma giornalisti di costume.

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Uno dei modi più sfrenati e selvaggi di fare il cinema http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/03/uno-dei-modi-piu-sfrenati-e-selvaggi-di-fare-il-cinema/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/03/uno-dei-modi-piu-sfrenati-e-selvaggi-di-fare-il-cinema/#comments Thu, 20 Mar 2014 20:40:34 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3232 Per quanto mi riguarda, trovo che il thrilling è uno dei modi più sfrenati e selvaggi di fare il cinema, uno dei generi che permettono all’autore di far volare in sala sulla testa degli spettatori, per molti minuti, grandi vele di irrazionale e di delirio. Contribuisce a far vacillare solide convinzioni e tranquillità, quieti modi di vivere e banali e false sicurezze. Permette di far del cinema moderno, e di indagare sui tempi narrativi, che sono oggi il campo di indagine più interessante che si possa presentare ad un autore, sia esso cineasta o musicista o attore o altro. Oggi, a distanza, ed avendo rivisto i tre film, posso dire che queste indagini risultavano più chiare nel film Quattro Mosche di Velluto Grigio ancora embrionali nei primi due film, cioè nell’Uccello dalle Piume di Cristallo (girato dal 25 agosto 1969 all’11 ottobre 1969) e nel Gatto a Nove Code (dal 3 agosto 1970 al 24 ottobre 1970). Tali ricerche, dal mio punto di vista, sono state chiarite in Profondo Rosso che è il mio ultimo film.Dario Argento,
Profondo Thrilling, 1975.

Vedi di ricordartelo, vai, Dario.

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Satyriasis: la risposta APB™ a Nymphomaniac http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/02/satyriasis-la-risposta-apb%e2%84%a2-a-nymphomaniac/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2014/02/satyriasis-la-risposta-apb%e2%84%a2-a-nymphomaniac/#comments Wed, 12 Feb 2014 19:23:37 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3228 SATYRIASIS

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Illuminazioni: Darwinismo http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/12/illuminazioni-darwinismo/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/12/illuminazioni-darwinismo/#comments Sat, 07 Dec 2013 14:09:30 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3226 Questo paese ha sovvertito il Darwinismo.

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Recensione immaginaria: Giochi di mano http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/11/recensione-immaginaria-giochi-di-mano/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/11/recensione-immaginaria-giochi-di-mano/#comments Sun, 17 Nov 2013 09:54:07 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3223 Disclaimer: Poiché i film in sala mi annoiano troppo da farmi venire voglia di scrivere recensioni, da oggi ne scrivo di inventate. Per un nuovo dizionario del cinema italiano.

Giochi di Mano racconta la parabola del chiropratico di fama mondiale, specialista nella riabilitazione manuale, Ettore Calcanti, che si vede affidare il compito più difficile della sua carriera: quello di riabilitare l’articolazione manuale del più richiesto fluffer (per chi non sapesse cosa sia, onde evitare di rovinare una delle scene più drammatiche del film, si rimanda a un dizionario). Film d’esordio di Andrea Frescotti, è rimasto famoso per la scena della masturbazione, di 32 minuti di durata e girata a 4000fps, in cui i tendini e i muscoli coinvolti nell’atto vengono analizzati uno per uno dalla voce fuori campo del dottore mentre il fluffer ripercorre la propria carriera: nelle mani di Frescotti, la scena assurge a chiaro simbolo esistenzialista capace di soddisfare anche i palati più fini. Nell’ultimo atto il film perde molta della sua potenza e si sgonfia, e un certo autocompiacimento registico alimenta il sospetto che il film sia soprattutto un’operazione autoreferenziale di Frescotti. Da vedere con riserva.

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La foto ricordo http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/la-foto-ricordo/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/la-foto-ricordo/#comments Thu, 31 Oct 2013 15:32:41 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3212 Elena
No che guardandomi tu mi ricordi, ma ricordandomi tu mi guardi.
Tua per sempre, Elena.

Mia nonna al suo fidanzato Ruggero, poi mio nonno, rimasto al paese mentre lei era a servizio a Genova, 22 settembre 1936.

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Illuminazioni: la politica italiana e Beautiful http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/illuminazioni-la-politica-italiana-e-beautiful/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/illuminazioni-la-politica-italiana-e-beautiful/#comments Sat, 26 Oct 2013 14:02:18 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3210 La politica italiana e Beautiful condividono lo stesso schema narrativo: infinite permutazioni per dare l’apparenza di cambiamento, costanti corsi e ricorsi per generare l’impressione del tempo che passa, possibilità per chi ha perso svariate puntate di rientrare nella narrazione senza avvertire buchi o salti logici. Forse condividono anche lo stesso pubblico.

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Illuminazioni: i critici cinematografici e i giornalisti politici italiani http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/illuminazione-i-critici-cinematografici-e-i-giornalisti-politici-italiani/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/illuminazione-i-critici-cinematografici-e-i-giornalisti-politici-italiani/#comments Fri, 25 Oct 2013 15:19:15 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3214 I critici cinematografici tutti e i giornalisti politici italiani condividono la necessità di perpetuare il mito del significato; se passasse l’idea che ogni film è un’opera da vedere più che da interpretare e che la politica italiana è da decenni vuota rappresentazione, sarebbero estinti e soprattutto senza stipendio.

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Campagna Indiegogo per i Gran Turismo Veloce http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/campagna-indiegogo-per-i-gran-turismo-veloce/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/10/campagna-indiegogo-per-i-gran-turismo-veloce/#comments Tue, 22 Oct 2013 17:40:10 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3205 I Gran Turismo Veloce stanno per realizzare il loro secondo album. Per bypassare l’impasse dell’industria discografica (se non sei nessuno non vieni distribuito, se non vieni distribuito resti nessuno), hanno organizzato una campagna di finanziamento dal basso su Indiegogo chiedendo aiuto ai loro fan.

Per convincere voialtri a contribuire, la A Piece Beyond ha realizzato il miglior spot di sempre.

Gran Turismo Veloce - Indiegogo ad

Aiutate i GTV condividendo questo video nelle vostre piattaforme social e magari prendendo uno dei perk sulla pagina Indiegogo. Se non per i GTV, fatelo per Tony Caciara (il brillante videoimbonitore che non se la passa tanto bene in America).

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Che strano chiamarsi Federico: che orrore piuttosto chiamarsi Ettore. http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/09/che-strano-chiamarsi-federico-recensione/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/09/che-strano-chiamarsi-federico-recensione/#comments Tue, 17 Sep 2013 10:38:21 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3190 Scola racconta Fellini, dice il sottotitolo del film, e nulla potrebbe essere più falso. Ma anche il titolo è falso, perché di quanto sia strano chiamarsi Federico nel film non c’è traccia. Ettore Scola perde tempo, affastella cose, ricostruisce stancamente pezzi di cinema e di storia italiana tenendoci un’ora mezzo seduti senza darci nulla in cambio.

Al netto di lungaggini noiosissime, della totale mancanza di brio, di attori non proprio in parte, della staticità e ripetitività della messinscena, della banalità ritrita del bianco e nero per le scene del passato, dei giochini “meta-” che non aggiungono o rivelano nulla, l’errore massimo è stato mostrare Fellini in scena.

Il regista è interpretato da un sosia, ma vigliaccamente perché sempre di tre quarti da dietro, sempre in ombra, sempre ridotto allo schizzo del cappotto di tweed, degli occhiali spessi, del borsalino in feltro e della sciarpa rossa: insomma, uno stereotipo.

Quando apre bocca, Fellini parla alternativamente con una voce che imita quella vera e con estratti dalle interviste di Sono un gran bugiardo, creando un effetto artificiale che disturba nonostante sia coerente con la manifesta ricostruzione cinematografica delle scenografie perché discontinuo, posticcio, falso: la prosodia di un vecchio seduto a meno di un anno dalla morte non può essere la stessa di un uomo di mezza età che guida l’auto di notte e fa conversazione con gli amici.

Ma soprattutto l’errore sta nell’aver messo in scena un regista che già si era fatto da solo personaggio dei suoi film, che già aveva raccontato il cinema dal di dentro e perfino ripreso la macchina produttiva disvelandone l’artificialità senza sminuirne la potenza: gli esempi si sprecano, dalla biografia d’artista Otto e 1/2, alla biografia reinventata di Roma, dalla messinscena del ricordo di Amarcord alla confessione-meta di Intervista. Rimettere in scena un Fellini finto, pavidamente come fa Scola, è tanto inutile quanto sciocco.

Ricordarsi poi che Scola è – era – non solo un regista di peso della nostra storia e non solo un collega di Fellini ma anche un suo amico, giacché questo dovrebbe venir fuori da questo film, ci lascia sbigottiti: un amico si racconta per stereotipi?

Ma c’è di peggio. Quello stupore del narratore per il teatro 5 di Cinecittà come fosse un luogo reso mitologico da Fellini, quelle battutine sulla critica che stronca i primi film, quella messinscena della sequela di premi Oscar vinti insinuano uno spiacevole sospetto e, quando il narratore prende a chiamare Scola “Scola” e Fellini “Maestro”, ecco che quasi ci si convince che questa operazione non sia mossa da affetto, da amicizia, dal desiderio di ripercorrere le dolorose ma calde strade della memoria ma sia da un lato una palese operazione di marketing (Scola racconta Fellini! Venite! Venite!) e dall’altro sia offuscata da una sottile invidia, quasi un complesso di inferiorità: perché altrimenti raccontare specularmente l’arrivo di Scola al Marc’Aurelio dopo quello di Fellini, perché rifare questa scena pedissequamente, una scena che tra l’altro non racconta nulla né dell’uno né dell’altro e al massimo ci dà un’infarinatura alquanto superficiale del ventennio fascista? (Fatta meglio, perché più folle, da Fellini in Amarcord, e l’averle montate una dopo l’altra è tanto didattico quanto impietoso.) Perché insistere sul fatto che in redazione c’erano Steno, Age e Scarpelli e altri numi del cinema di quegli anni, spiattellati con paternalismo dal narratore? Ci aiutano a capire il clima culturale in cui si è sviluppata la personalità artistica di Fellini? No. Ci aiutano a raccontare il suo carattere? No. Almeno ci dicono come è nata l’amicizia tra i due? No. Si sospetta che sia solo un modo per dire quanto fosse fortunato Scola ad esser stato parte di quella illuminata combriccola.

E il finale del film affossa irrimediabilmente l’opera. Sulle riprese TV della camera ardente a Cinecittà con la passerella di divi e gente comune, si ascolta il frammento audio finale di Intervista: “Ecco, il film dovrebbe finire qui, anzi, è finito! Mi sembra di sentire la voce di un mio antico produttore: ‘Ma come!? Finisce così… senza un filo di speranza… un raggio di sole… ma dammi almeno un raggio di sole!’ Un raggio di sole? Mah, non so… Proviamo.” Il feretro viene illuminato da un faretto e tra il pubblico vediamo il Fellini-finto che guarda la morte del Fellini-vero, poi ha un guizzo di ribellione sulla morte e “il Pinocchio del cinema italiano” (brutta ma almeno vera definizione) prende a correre discolo per i teatri di Cinecittà inseguito dai Carabinieri. Banalotto ma almeno è un’idea. E però Fellini corre e corre, gira a destra e a sinistra, semina i Carabinieri ma non arriva da nessuna parte, Scola se lo perde per strada e attacca un montaggio di tutte le scene iconiche dei capolavori del regista a ritmo della musica di Nino Rota: la pietra tombale della regia.

All’uscita dalla sala non sappiamo nulla di Fellini regista, né di Fellini uomo, amico, collega, rivale. Nulla di nulla. Sappiamo forse qualcosa in più di Scola, ma avrei preferito non saperlo. Che strano chiamarsi Federico è un colossale fallimento, un film vuoto. E dannoso.

Che strano chiamarsi Federico, di Ettore Scola [Italia 2013]
Voto: 2. Un orrore di documentario: noioso, stereotipato, pavido e forse invidiosetto.

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Mood Indigo – La schiuma dei giorni: la morte di Michel Gondry http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/09/mood-indigo-la-schiuma-dei-giorni-la-morte-di-michel-gondry/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/09/mood-indigo-la-schiuma-dei-giorni-la-morte-di-michel-gondry/#comments Sun, 15 Sep 2013 10:36:22 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3177 Dopo le parentesi blockbuster (Lanterna Verde) e docufiction (The we and I), Michel Gondry torna al cinema che più gli si confà: quello stralunato e sbilenco della macchina di sogni di cartapesta.

La storia boy-meets-girl in salsa dramedy sarebbe potuto essere una rinfrescante riaffermazione della magia del cinema fatto in casa dopo le epidemie della CGI e del 3D e soprattutto la rifondazione della bravura folle e geniale di Gondry che abbiamo amato incondizionatamente come autore dei più stupefacenti videoclip dello scorso decennio.

Mood Indigo è invece il punto di non ritorno del regista francese che, come Tim Burton prima di lui, è diventato l’aggettivo di se stesso.

Dopo L’Arte del Sogno e Be Kind, Rewind è palese che Gondry si limita a cercare storie strampalate per usarle come scusa per mettere in scena le sue trovate artigianali di effetti speciali. Inanellando un trittico di opere di una noia mortale, Gondry dimostra di essere un narratore incapace sulla lunga distanza e un regista totalmente disinteressato alle sorti dei personaggi che mette in scena, relegati a esili figurine che non ci coinvolgono in nessun modo. Sono dieci anni che stiamo qui ad aspettare un nuovo Eternal Sunshine e bisognerà pur decidersi di andarlo a cercare dalle parti di Kaufman.

Mood Indigo: La Schiuma dei Giorni, di Michel Gondry [Francia 2013]
Voto: 4. Qualcuno riporti Gondry ai videoclip, a vantaggio di tutti.

Postilla italiota: in Francia il film si chiama La Schiuma dei Giorni; per il mercato anglosassone è stato ribattezzato Mood Indigo. Noi, sia mai che prendiamo una decisione intelligente, abbiamo fatto doppietta lasciando l’inglese in un film francese perché si sa, l’inglese tira.

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Domande di teologia http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/07/domande-di-teologia/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/07/domande-di-teologia/#comments Mon, 29 Jul 2013 19:07:18 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3173 Domani lutto nazionale per i trentotto morti nell’incidente automobilistico nei pressi di Avellino. La cronaca è di nuovo foriera di domande di natura teologica. Come si dice in questi casi, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

La domanda è abbastanza importante da un punto di vista teologico. Un gruppo di pellegrini, di ritorno dal pellegrinaggio a Petrelcina, finisce giù dal viadotto: questo vuol dire che questa grande protezione, Padre Pio, sempre sia lodato, non gliel’ha data. La protezione di Padre Pio, quindi, quanto tempo vale? Stiam parlando di una protezione a posteriori. Si potrebbe allora ipotizzare, data la dimostrazione nei fatti che la protezione a posteriori, se dura, dura molto poco, sfiorisce prima ancora dello sfiorire di una rosa, che valga invece la protezione a priori, cioè che l’intenzione di recarsi nel luogo di pellegrinaggio e non l’esservisi effettivamente recati protegge il pellegrino? Sono domande.Tony Forti

Darò volentieri il diritto di replica a Padrepio che tra l’altro è un po’ che non si fa sentire.

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Diseducare il pubblico a suon di mostri http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/06/diseducare-il-pubblico-a-suon-di-mostri/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/06/diseducare-il-pubblico-a-suon-di-mostri/#comments Thu, 20 Jun 2013 09:23:02 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3167 Ho visto in una sala cinematografica inglese lo spot televisivo americano per l’imminente film di mostri di Guillermo del Toro, Pacific Rim.

Pacific Rim trailer

Dice: Servono scene di battaglia che ti lasciano a bocca aperta, esplosioni mozzafiato e dominio sui mostri per darti un’esperienza cinematografica per cui valga la pena di pagare.

Quanto diseducativa è questa roba?

Da un lato, dicendo che se non c’è il grasso e gradasso spettacolo non vale la pena di pagare per un film, sottintende che si può anche scaricare qualcosa illegalmente, purché sia quella roba pallosa alla Haneke, mi raccomando; dall’altro condanna il cinema a seguire questa direzione apocalittica: sempre più battaglie, sempre più esplosioni, sempre più mostri, altrimenti il pubblico non paga. E lo dice al pubblico stesso, autorizzandolo a sentirsi nel giusto per la sua pigrizia e per i suoi gusti dozzinali.

Serve ben più di un nerd col complesso di Peter Pan per darmi un’esperienza cinematografica per cui valga la pena di pagare.

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Le dolci vite http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/le-dolci-vite/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/le-dolci-vite/#comments Sat, 25 May 2013 21:45:42 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3163

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Remake di La Casa, e le strategie di marketing http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/remake-di-la-casa-e-le-strategie-di-marketing/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/remake-di-la-casa-e-le-strategie-di-marketing/#comments Thu, 16 May 2013 08:53:58 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3155 Il remake di La Casa si prende troppo sul serio, a partire dal poster: “Non conoscerai terrore più grande.” Anche meno. In questo, il film di Fede Alvarez commette due errori: prendere sul serio un film che aveva nell’allegro verminoso il suo punto di forza e prendere sul serio l’idea di remake.

Fine della recensione.

Intanto che aspettavo di entrare in sala, gli schermi TV di fronte al bar mandavano – muti – i trailer dei film in arrivo. Ho notato che Il Grande Gatsby viene presentato “da Baz Luhrmann, regista di Romeo + Giulietta e Moulin Rouge” nascondendo zitti zitti il noiosissimo e rovinosissimo Australia: una strategia di marketing piuttosto comune, quella di ripescare il più recente successo ignorando l’ultimo flop.

Poi è arrivato After Earth, il colossal di fantascienza con Will Smith e suo figlio. Poco più in là mi è caduto l’occhio sul relativo gigantesco poster. Né il trailer né il poster fanno menzione del regista. Un’idea di marketing così efficace che non ho la minima intenzione di rovinare.

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Cartoline dal Messico http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/cartoline-dal-messico/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/05/cartoline-dal-messico/#comments Sun, 05 May 2013 10:13:17 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3148 Per spezzare un po’ la monotonia del 16/9, ecco qualche foto ricordo quadrata dal mio ultimo viaggio.

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Cornovaglia in 16/9 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/03/cornovaglia-in-169/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/03/cornovaglia-in-169/#comments Sat, 02 Mar 2013 10:06:52 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3145 Proseguo con i reportage paesaggistici, che c’ho preso gusto. E non è strettamente Cornovaglia, anzi soprattutto c’è Devon e anche un po’ Somerset, ma i titoli sono titoli.

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L’amore http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/lamore-2/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/lamore-2/#comments Thu, 28 Feb 2013 16:10:40 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3143 L’amore ha i tempi del colera.

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Trailer per “Stanley Kubrick e me” http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/trailer-per-stanley-kubrick-e-me/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/trailer-per-stanley-kubrick-e-me/#comments Wed, 27 Feb 2013 18:06:38 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3138 Stanley Kubrick e me - Book trailer

Produced by A Piece Beyond.
Concept by Massimo Dolce, developed by ZERO.
Camera operator & color grading: ZERO.
Editing: Massimo Dolce, Filippo Ulivieri.
Field recording: Iacopo Pineschi.
Still photograper: Francesco Rossi.
Sound design: Francesco Bancalari.
Beethoviana by Wendy Carlos arranged and performed on piano by Enrico Ciolini. Stanley Kubrick’s letters read by Andrea Bonucci.
Thanks to Unterwelt and Matteo Carnevali for his handmade custom camera dolly.

Please contact Il Saggiatore for foreign rights. More information about the book at www.emiliodalessandro.it.

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Cento cliché http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/cento-cliche/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/02/cento-cliche/#comments Tue, 12 Feb 2013 17:09:10 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3134 ‎Quando tutti gli archetipi irrompono senza decenza, si raggiungono profondità omeriche. Due cliché fanno ridere. Cento cliché commuovono.Umberto Eco,
Dalla periferia dell’impero, 1976.

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Gran Turismo Veloce, La Paura http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/01/gran-turismo-veloce-la-paura/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2013/01/gran-turismo-veloce-la-paura/#comments Thu, 24 Jan 2013 16:25:30 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3131 Dopo solo diciannove mesi dalle riprese (…) è uscito il videoclip del primo singolo dei Gran Turismo Veloce, tratto dal loro album d’esordio Di Carne, di Anima. Gioite.

Gran Turismo Veloce, La Paura

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Svezia in 16/9 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/12/svezia-in-169/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/12/svezia-in-169/#comments Thu, 13 Dec 2012 09:42:40 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3127 Visto che qui nessuno più scrive, fotografo.

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Stanley Kubrick e Me: rivelazioni e cronache inedite dell’assistente personale di un genio http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/stanley-kubrick-e-me-rivelazioni-e-cronache-inedite-dellassistente-personale-di-un-genio/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/stanley-kubrick-e-me-rivelazioni-e-cronache-inedite-dellassistente-personale-di-un-genio/#comments Thu, 30 Aug 2012 14:36:23 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3121 E’ disponibile da oggi in tutte le librerie Stanley Kubrick e Me, il libro che ho scritto insieme ad Emilio D’Alessandro e che racconta la sua incredibile vita al fianco di uno dei più importanti registi cinematografici.

Ho incontrato Emilio per la prima volta nel 2005 e per due anni ho intervistato lui, sua moglie Janette e i suoi figli Jon-Pierre e Marisa, raccogliendo aneddoti, segreti dai set, storie di famiglia, confidenze e affetti.

Nel 1960, a diciotto anni, Emilio va in cerca di fortuna in Inghilterra; realizzando il suo sogno diventa pilota automobilistico e gareggia contro Emerson Fittipaldi e James Hunt ma, alle soglie della Formula 1, la crisi economica lo costringe ad abbandonare il mondo delle corse. Trovato un nuovo lavoro come autista privato, Emilio accompagna registi e attori del cinema britannico fino a quando alla fine del 1970 viene convocato a casa di un certo Mr. Kubrick che lo assume in esclusiva.

Elemento indispensabile delle complicate produzioni cinematografiche, Emilio ha raccolto pensieri, timori e gioie di tutti i collaboratori di Kubrick come nel classico stereotipo del tassista confidente: l’intraprendenza di Ryan O’Neal, la spavalderia di Jack Nicholson, le crisi di Shelley Duvall messa a dura prova dagli infiniti ciak di Shining, la dedizione di Tom Cruise e Nicole Kidman al progetto Eyes Wide Shut. Emilio è stato anche un aiuto prezioso per l’organizzazione di Childwickbury, l’enorme maniero in cui il regista viveva e lavorava, e infine l’unico responsabile della gestione degli uffici privati. Leale, discreto e trasparente, Emilio si è guadagnato la fiducia di Kubrick, diventandone via via il segretario, il tuttofare, il confidente, l’amico più fidato.

Ho passato molto tempo a scrivere e riscrivere questa storia, cercando di mantenere vivo tutto il fascino, la semplicità, l’integrità e il carattere fiabesco della vita di Emilio. Al contempo biografia di una vita straordinaria e omaggio al regista, ho scelto di dare a Stanley Kubrick e Me un carattere volutamente ibrido: un libro in cui gli aspetti produttivi dei film si mischiano a quelli personali, e gli eventi della vita di Emilio si legano a quelli di Stanley, per un libro su Kubrick che prende a volte il ritmo di un romanzo.

Pubblicato da Il Saggiatore, il libro è arricchito da una prefazione collettiva che vede contributi di Ryan O’Neal, protagonista di Barry Lyndon, della costumista premio Oscar Milena Canonero, di Julian Senior della Warner Bros., dell’assistente di Kubrick Andros Epaminondas, degli scrittori Ian Watson e Candia McWilliam, responsabili degli script di A.I. Intelligenza Artificiale e Eyes Wide Shut.

Come si dice tra queste pagine: ora che l’ho scritto, qualcuno dovrà pur leggerlo. Fatemi sapere.

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Soddisfazioni http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/soddisfazioni/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/soddisfazioni/#comments Tue, 28 Aug 2012 10:28:33 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3118 Pronto? Buonasera, parlo con Filippo Ulivieri? Sì, chi parla? Sono [NOME OSCURATO], si ricorda, l’editore. Ah, certo, buonasera. Buonasera, senta la chiamavo in merito al suo libro, ecco mi chiedevo se fosse ancora disponibile o se avesse trovato un editore. Sì, guardi, esce questo giovedì. Ah! Infatti, immaginavo che non fosse più libero, non avevo più avuto tempo di leggerlo, l’ho letto ora durante l’estate, è davvero molto interessante, non mi sorprende che abbia trovato un editore. Grazie, mi fa piacere sentirglielo dire, e mi fa anche piacere che l’abbia letto. Sì, prego, prego. Non l’avevo più sentita e quindi mi ero mosso diversamente. Beh, ma anche lei poteva ricontattarmi, sollecitare… Le avevo comunque mandato una scheda di presentazione di due pagine e due capitoli di prova, meno di 60 pagine… Ma mi aveva anche mandato tutto il libro, 350 pagine, non è che io avevo tempo… E comunque durante il nostro incontro a ottobre non mi era parso che le sembrasse così interessante come libro quindi ho preferito non ricontattarla. Eh, sì… ma… senta, posso chiedere chi glielo pubblica? Il Saggiatore. Aah… aaah… beh, congratulazioni, un ottimo editore. Sì, sono molto contento anche io. Allora… le faccio i miei auguri e in bocca al lupo. Crepi, e grazie mille, anche per la telefonata. S’immagini, dovere. Magari per i prossimi progetti la ricontatterò. Sì, sì, la prego, e arrivederci. Arrivederci a lei. Buonasera. Buonasera.

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Titolo per un thriller sulla Roma http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/titolo-per-un-thriller-sulla-roma/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/08/titolo-per-un-thriller-sulla-roma/#comments Wed, 01 Aug 2012 16:50:38 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3112 Per la serie Titoli, oggi oggi presentiamo: Titolo per un thriller sulla Roma.

Giallo Rosso

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Lettera ai venticinque lettori http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/lettera-ai-venticinque-lettori/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/lettera-ai-venticinque-lettori/#comments Wed, 25 Jul 2012 11:49:41 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3102 Cari venticinque lettori,
(numero nient’affatto manzoniano, dati analytics alla mano)
non vi ho dimenticato, non ho smesso di pensarvi, semplicemente ho avuto altro da fare. Chissenefrega, direte voi, e infatti chissenefrega, certo, ma speravo vi avrebbe fatto almeno piacere sapere che vi stavo pensando. Tra l’altro non è che ho fatto cose tipo ritinteggiare casa o sbrigare pratiche commerciali, no. Ho scritto. E avendo scritto altrove, non avevo cervello di scrivere qui (d’altronde ne ho uno solo).
Se non vi siete sentiti troppo trascurati, se non volete fare gli offesi, riavvicinatevi e tra qualche tempo vi potrò dir meglio.
Con immutato rispetto,
Filippo

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Viaggiare http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/viaggiare/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/viaggiare/#comments Tue, 03 Jul 2012 07:00:53 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3097 Viaggiare
Viaggiare
Roma 17.06.2012

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http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/3095/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/07/3095/#comments Mon, 02 Jul 2012 20:58:35 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3095 Filippo: Ma tu sei un metrosessuale?
Massimo: No, io sono un metro e ottantatré sessuale.

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Meteo: arriva Caronte e si suda http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/meteo-arriva-caronte-e-si-suda/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/meteo-arriva-caronte-e-si-suda/#comments Fri, 29 Jun 2012 07:58:58 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3090 Meteo: arriva Caronte a far rimpiangere Scipione.
Nel fine settimana arriva Caronte, l’anticiclone subtropicale proveniente dall’Algeria. Se Scipione ci ha fatto sudare ben più di sette camicie, il nocchiero infernale ci farà rimpiangere anche quelle. Tra venerdì 29 e sabato 30 giugno le temperature in città schizzeranno al di sopra dei 31 gradi di questi giorni, sfiorando i 37 gradi.

Padrepio suda

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Il vento caldo dell’estate http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/il-vento-caldo-dellestate/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/il-vento-caldo-dellestate/#comments Wed, 27 Jun 2012 12:48:26 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3087 Ho scoperto questa ineguagliabile canzone solo ieri, ma sto recuperando il tempo perduto ascoltandola senza sosta.

Il vento caldo dell’estate
(Alice-Messina-Battiato-Pio)

Ho chiuso le finestre
per non lasciare neanche l’aria entrare… qui.
Nel buio della stanza
si ferma la mia vita… per te.

Le mie reazioni
non le controllo più,
quanto mi manchi.

La tua coscienza è falsa
quante promesse hai fatto… bugie.
E più eri lontano
e più giuravi che il tuo mondo ero… io.

Non eri solo
un’abitudine,
quanto mi manchi.

E il vento caldo dell’estate
mi sta portando via
la Fine, la Fine, la Fine.

Così senza un motivo
non puoi dimenticare tutto a un tratto… così.
Che scherzi gioca il caldo
adesso sei sincero, adesso… sì.

Senza parole
non mi lasciare,
mi basta poco
fammi tentare.

Il vento caldo dell’estate
mi sta portando via
la Fine, la Fine, la Fine.

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Vacancy http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/vacancy/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/vacancy/#comments Mon, 11 Jun 2012 08:49:38 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3079 Vacancy
Vacancy
Roma 11.06.2012

Vacancy |ˈvākənsē|
noun ( pl. -cies)

  1. an unoccupied position or job.
    • an available room in a hotel or other establishment providing accommodations.
  2. empty space.
    • emptiness of mind; lack of intelligence or understanding.
  3. ]]> http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/vacancy/feed/ 0 Titolo per un’emittente radiofonica http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/titolo-per-unemittente-radiofonica/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/06/titolo-per-unemittente-radiofonica/#comments Sat, 02 Jun 2012 10:03:06 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3076 Per la serie Titoli, oggi oggi presentiamo: Titolo per un’emittente radiofonica di sicuro successo in Italia.

    Radio Satana

    Dopo il jingle con organo malefico, la voce baritonale dello speaker recita: Prima di vendere l’anima, ascolta Radio Satana.

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    Suono più per me che per voi http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/suono-piu-per-me-che-per-voi/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/suono-piu-per-me-che-per-voi/#comments Thu, 31 May 2012 10:22:17 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3067 Suono più per me che per voi
    Suono più per me che per voi.
    Via del Babuino, Roma, 30.05.2012

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/suono-piu-per-me-che-per-voi/feed/ 0
    In sala prove coi GTV http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/in-sala-prove-coi-gtv/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/in-sala-prove-coi-gtv/#comments Mon, 21 May 2012 18:00:31 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3049 I Gran Turismo Veloce sono tornati in patria dopo i successi del loro tour europeo. Claudio, Flavio e Massimo hanno subito ripreso possesso dei loro strumenti vintage per prepararsi al concerto di sabato prossimo a Milano. Occasione fausta per un po’ di foto al sapor d’anni ’70.

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    Il paese che fa nascere e morire l’UNHATE http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/il-paese-che-fa-nascere-e-morire-lunhate/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/il-paese-che-fa-nascere-e-morire-lunhate/#comments Wed, 16 May 2012 13:54:08 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3040 La campagna UnHate realizzata dal Gruppo Benetton lo scorso novembre con tanto di fondazione per contribuire alla creazione di una nuova cultura contro l’odio – in fondo nient’altro che un aggiornamento del classico “fate l’amore non fate la guerra” benché fatta con gran gusto e incisività, e non ce ne sono mai abbastanza – ritraeva nella sua controparte di cartellonistica provocatoriamente e intelligentemente i leader del mondo intenti a baciarsi in bocca: Obama che bacia Chavez, Obama che bacia il presidente della Repubblica Popolare Cinese, la Merkel che bacia Sarkozy, il leader della Korea del Nord che bacia quello della Korea del Sud, il presidente della Palestina che bacia il primo ministro israeliano, il Papa che bacia l’imam egiziano di Al-Azhar.

    Benetton UnHate campaign series

    Indovinate chi s’è risentito?

    Si è concluso oggi il procedimento legale che il Vaticano aveva messo in atto per tutelare l’utilizzo dell’immagine del Papa: un accordo tra le parti ha sancito le pubbliche scuse della Benetton, una donazione monetaria che non fa mai male, e il ritiro urbi et orbi dell’immagine che tanto aveva “urtato la sensibilità” del Papa e dei credenti (gli insensibili la trovano qui).

    Da oggi quindi “l’immagine del Papa può essere usata solo previa autorizzazione della Santa Sede”, annuncia soddisfatto l’avvocato, e c’è chi fa giustamente notare come il Papa sia ora come Topolino, che per disegnarlo occorre la previa autorizzazione della Disney.

    Aspetto quindi Papa™ nelle confezioni degli Happy Meal di McDonald’s.

    Intanto, frenato dal terrore degli avvocati vaticani, rinuncio a portare alla logica conclusione l’enunciato “il Papa contro unHate” e soprattutto a far partire un meme papale pomicioso; scelgo invece per il mio personale contributo alla diffusione dell’amore qualcuno di meno suscettibile, qualcuno che si fa meno problemi a comparire qua e là, abituato anzi ai contatti con la gente che tanto gli vuole bene, insomma un tipo parecchio più unHate di Benedetto XVI.

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    Conversazioni al citofono 2 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/conversazioni-al-citofono-2/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/conversazioni-al-citofono-2/#comments Fri, 04 May 2012 08:58:49 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3038 BZZZ BZZZZZZZ
    Filippo: Sì, chi è?
    Voce: Buongiorno, sono Loredana, sto conversando con le persone su certi temi molto importanti…
    Filippo: No, guardi [interrompendola] primo io non sono la gente, secondo con la gente non si fa conversazione al citofono ma al bar, e terzo fossi in lei eviterei comunque quei certi temi. Addio.
    CLICK

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    Hunger Games: la regia che perde i pezzi http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/hunger-games-la-regia-che-perde-i-pezzi/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/hunger-games-la-regia-che-perde-i-pezzi/#comments Tue, 01 May 2012 16:46:41 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3026 Hunger Games è il primo capitolo cinematografico di una saga letteraria di successo, rivolta al settore di mercato degli “young adults” (ossia i post-adolescenti). Il fatto che mi sia arrivata pressoché sconosciuta – quando anni fa ero stato controvoglia travolto dal ciclone mediatico di quella porcheria che è Twilight – è segno che ormai devo definitivamente rassegnarmi a far cadere lo young dalle mie etichette identificative.

    Ma il film di Gary Ross aveva dalla sua un surplus di intelligenza – così leggevo sulle critiche d’oltreoceano – che lo rendeva interessante anche al di fuori del ristretto target. La storia poi pareva promettente – il classico futuro distopico con strapotere mediatico, qui declinato in salsa reality-show: quando il Grande Fratello di riferimento non è tanto quello di Orwell ma quello della Marcuzzi (il che la dice lunghissima) – anche perché risultava una sorta di traduzione yankee del nippo cult Battle Royale. Insomma, ero curioso.

    Per la prima metà ero anche contento: un bel prodotto mainstream gestito con gusto e solido mestiere in ogni dipartimento produttivo. Una scena in particolare mi aveva fatto ben sperare sull’intera operazione: dopo la selezione e una settimana di allenamento, i ventiquattro sfortunati partecipanti ai giochi sono ai blocchi di partenza, pronti a scattare verso il punto di raccolta del cibo e delle armi; il countdown parte e sappiamo che tutto si giocherà in pochi secondi: una carneficina che i telespettatori, e anche noi in sala, stiamo aspettando.

    Gary Ross prende questo momento – apice della tensione che stava costruendo da una buona mezz’ora – e lo svuota completamente di ogni spettacolarità, con un sapiente montaggio di dettagli confusi e una colonna sonora che implode in un silenzio straniante. La scena è solo apparentemente un autogol emotivo, perché funziona come chiarissima presa di posizione e di distanza dallo spettacolo degli Hunger Games: siamo qui per seguire la storia della ragazza che si ribella al sistema, per cui facciamo di tutto per non confonderci con esso e per non farvi confondere a voi spettatori: non sollazzeremo il vostro gusto per i reality abbrutenti.

    Il linguaggio cinema va di conseguenza: moltissimi primi piani, camera a mano, fotografia desaturata, insomma quanto di più alieno dal format televisivo propinato dallo show, che infatti è talmente pop da tracimare nel kitsch.

    Poi a poco a poco quel che c’era di valido si perde. Il pezzo più grosso se ne va con il buonismo che la trama riserva alla protagonista, sempre tenuta pavidamente al di fuori del crudele meccanismo uccidi-o-muori del gioco, un altro lo si perde con una certa ripetitività nelle situazioni, un altro ancora col doppiaggio televisivo che impedisce di valutare se davvero il film ha questo meraviglioso casting che tutti dicono (inoltre: petizione per bandire Pino Insegno dal cinema, firmate qui: ___________________________).

    Il colpo finale lo dà però la regia, ed è per sua natura mortale: dimentico della distinzione tra il suo Hunger Games e gli Hunger Games, Gary Ross gira le scene con progressiva vocazione allo spettacolo facile fino alla sequenza del bacio nella grotta dove musica, dialoghi e movimenti di macchina arrivano al nadir della soap opera. A questo punto io non so più se quel che vedo è il film o parte dello show mediatico che si voleva fin qui criticare: la protagonista finge? Fa il doppio gioco? Cede all’amore? Boh.

    E non è un caso che solo da qui in avanti io mi sia accorto delle quattro ragazzine starnazzanti che avevo sedute dietro, quando i miei amici mi garantiscono che hanno sovrastato di urletti vaginali le intere due ore e venti del film.

    Hunger Games, di Gary Ross [USA 2012]
    Voto: 5. parte bene poi progressivamente annoia e non convince.

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    Padrepio al matrimonio http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/padrepio-al-matrimonio/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/05/padrepio-al-matrimonio/#comments Mon, 30 Apr 2012 23:38:25 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3019 Sabato sono stato invitato al matrimonio tra un mio compagno del liceo e una nostra amica dell’università. La cerimonia si è tenuta nel convento di Santa Maria di Loreto a Paduli, un paese in provincia di Benevento.

    Ovviamente, la gente di Paduli è molto devota a Padrepio, nato a soli otto chilometri di distanza nella vicina Pietrelcina. L’affetto dei Padulesi è assolutamente ricambiato da Padrepio che si fa vedere spesso nella piazzetta su Via Libertà assorto in mille pensieri.

    Padrepio a Paduli, Benevento

    Quello che non mi aspettavo è che i miei amici l’avessero invitato al rinfresco.

    Padrepio al matrimonio

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    La fusione http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/la-fusione/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/la-fusione/#comments Fri, 27 Apr 2012 10:52:38 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3013 Nell’anno 2087 si rese necessaria una soluzione alla decennale guerra che impegnava i Computer e gli Human. Dopo anni di armistizi infranti e falliti trattati di pace, il Presidente della Razza Human e il CP-65.725 si incontrarono per discutere il futuro del pianeta. Quello su cui dovettero concordare, dopo due intere settimane di confronti (ovviamente più faticose per la controparte umana), fu che l’unica soluzione contro la completa e irrimediabile distruzione delle due razze, e probabilmente del pianeta stesso, era di dare alla luce una terza razza: gli Human avrebbero fornito l’involucro esterno, il corpo, e i Computer l’avrebbero abitato con il loro cervello. Fu così presto calcolato che sarebbero stati necessari appena 23 mesi e 7 giorni per portare a compimento la fusione: sia gli Human che i Computer si sarebbero estinti, lasciando il dominio del mondo agli Huter.

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    Roma, circa 1912 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/roma-circa-1912/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/roma-circa-1912/#comments Sun, 22 Apr 2012 17:29:00 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=3007 Anfiteatro Flavio, Roma, circa 1912
    Anfiteatro Flavio,
    Roma, circa 1912

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    Mulino Bianco e la Piccola Spiga http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/mulino-bianco-e-la-piccola-spiga/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/mulino-bianco-e-la-piccola-spiga/#comments Fri, 13 Apr 2012 13:26:08 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2996 Sulla confezione dei cracker non salati del Mulino Bianco c’è scritto “Conosci la favola di Mulino Bianco e la Piccola Spiga?” Fa così:

    Intorno ad un Bianco Mulino ondeggiava felice una Piccola Spiga che desiderava tanto scoprire quale fosse il suo destino nel mondo. Un bel giorno pensò di essere utile al Bianco Mulino e si trasformò in Bianca Farina che, sapientemente lavorata, diede vita ad un morbido impasto. Dopo una lunga notte passata a lievitare sotto un candido canovaccio, stava quasi per annoiarsi, quando improvvisamente… incontrò tanti Simpatici Mattarelli che la resero sottile sottile. Ancor più felice fu di dorarsi al calore del Forno. Fu così che la Spiga capì che il suo destino era di rallegrare mamme e bambini: era diventata una fragrante Sfoglia di Grano!

    Poi l’invito, “E adesso continua tu!” con un concorso per veder stampata la propria favola sulle confezioni a tiratura limitata dei cracker di prossima produzione e vincere una visita guidata agli stabilimenti Barilla di Castiglion delle Stiviere. Opperbacco, eccomi!

    La Piccola Spiga e il Bianco Mulino

    Intorno ad un Bianco Mulino ondeggiava felice una piccola spiga che desiderava tanto scoprire quale fosse il suo destino nel mondo. Ma un bel giorno si ritrovò all’interno del Bianco Mulino dove due enormi Macine di Granito le schiacciavano i chicchi; le sue grida erano soffocate dal crepitio vorticoso delle Macine che, concentrate sul loro compito, giro dopo giro, la trasformarono in Bianca Farina. Annegata sotto una cascata d’acqua e tirata dagli Implacabili Macchinari, Bianca Farina era ridotta ormai un impasto appiccicoso. La lasciarono tutta una notte al buio in uno stanzone dall’aria pesante, soffocata sotto un canovaccio, quando improvvisamente… arrivarono i Simpatici Mattarelli che, con una gragnola di botte, la resero sottile sottile. Era ormai allo stremo delle forze quando fu portata nel Forno dove la arsero viva. Fu così che la Spiga capì quanto fosse ingiusto il mondo, un brutto posto dove le mamme e i bambini allegri non sanno quanto dolore e crudeltà nasconda ogni Sfoglia di Grano!

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    Titanic 3D: 14 oppure 100 anni dopo http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/titanic-3d-14-oppure-100-anni-dopo/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/titanic-3d-14-oppure-100-anni-dopo/#comments Mon, 09 Apr 2012 21:20:27 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2994 Il Titanic resta un simbolo, il film resta splendido e il 3D resta inutile.

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    Concavo e convesso http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/concavo-e-convesso/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/concavo-e-convesso/#comments Sun, 08 Apr 2012 16:29:10 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2986 Concavo e convesso
    Via dei Pontefici, Roma.
    Lato destro

     

    Concavo e convesso
    Via dei Pontefici, Roma.
    Lato sinistro

     

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    GTV on tour: Episodio speciale http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/gtv-on-tour-episodio-speciale/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/04/gtv-on-tour-episodio-speciale/#comments Wed, 04 Apr 2012 10:01:34 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2981 Mentre Massimo, Claudio e Flavio erano in viaggio alla volta di Vienna (dove sono arrivati ieri sera e hanno battezzato il camping con una italianissima carbonara), ho preso un po’ per il culo loro, e le loro mamme, con questo video strappalacrime alla “vogliamo ricordarli così.”

    Gran Turismo Veloce European Tour: Episodio speciale

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    GTV on tour: Episodio 2 – Pimp My Car(avan) http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/gtv-on-tour-episodio-2-pimp-my-caravan/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/gtv-on-tour-episodio-2-pimp-my-caravan/#comments Thu, 29 Mar 2012 17:46:09 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2974 Dopo aver trovato, scelto e comprato il camper, i Gran Turismo Veloce lo hanno brandizzato: quattro giorni di lavoro condensati in due minuti, con l’aiuto di Gioacchino Rossini e Wendy Carlos.

    Gran Turismo Veloce European Tour: Episodio 2

    Noi del Blog dell’Inquietudine abbiamo contribuito all’allestimento del camper con un santino che proteggerà i tre menestrelli rock da ogni infausto evento. E’ stato posizionato accanto al classico calendario con le donnine nude, fregio di ogni uomo della strada che si rispetti. Ottima collocazione.

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    Festa del papà http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/festa-del-papa/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/festa-del-papa/#comments Mon, 19 Mar 2012 17:26:53 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2971 Dopo gli auguri a tutte le donne, i nostri auguri a tutti i papà.

    Durex: Festa del papà

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    Lolita di Vladimir Nabokov, e un’occasione per parlar di copertine http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/lolita-di-vladimir-nabokov-e-unoccasione-per-parlar-di-copertine/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/lolita-di-vladimir-nabokov-e-unoccasione-per-parlar-di-copertine/#comments Mon, 19 Mar 2012 08:23:34 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2956 Lolita
    Vladimir Nabokov
    Adelphi, 1996

    Lolita è un romanzo complesso, stilisticamente brillante, strutturalmente perfetto, narrato in prima persona da un protagonista sull’orlo della follia eppure (o proprio per questo) dotato di un fascino insidioso e malevolo, e con una trama mortalmente crudele che si fa beffe tanto del narratore quanto del pubblico, flirtando continuamente con la tragedia e la commedia: quando è insopportabilmente triste vorremmo un tocco di leggerezza, ma quando è innegabilmente divertente vorremmo proprio che non lo fosse. Ne segue per forza di cose tanto un capolavoro quanto un’opera radicalmente controversa, probabilmente molto più oggi di quando uscì quasi sessant’anni fa.

    John Bertram, un architetto e blogger, fece partire tre anni or sono un concorso per trovare una nuova copertina a Lolita, dopo aver visto una raccolta di 160 edizioni del romanzo da tutto il mondo e constatato come quasi tutte fossero interamente concentrate sull’aspetto erotico per titillare il pubblico. Indubbiamente un autogol: chi acquista il libro per torbidi fini resterà immancabilmente deluso (o non capirà la sottile e indiretta prosa di Nabokov o non otterrà comunque soddisfazione perché l’erezione esige immediatezza e banalità), chi lo compra per leggere un’opera di altissima letteratura si sentirà uno sporcaccione.

    D’altra parte Lolita è davvero tutto quello che già pensate che sia (se non l’avete letto; se l’avete letto è anche di più). E’ fattibile presentare questo libro in modo chiaro, possibilmente non moralistico, e più rispondente alla sua vera natura? Alla domanda di Bertram hanno risposto fior fiore di designer e grafici, i cui risultati stanno per essere pubblicati in un libro (i libri generano libri, che non lo sapete? Chissà se godono quando si riproducono. Scommetto di sì. Traboccheranno punti esclamativi). Alcuni esempi di copertine partorite dai creativi:

    Si vede facilmente come quasi tutte si concentrino su uno degli aspetti del romanzo: chi l’erotismo insozzato di morte, chi la masturbazione verbocentrica del narratore, chi la pedofilia. D’altra parte sintetizzare in un’immagine un libro così complesso (ma anche qualsiasi libro, o in effetti anche qualsiasi film con le locandine) è un compito che annichilirebbe qualsiasi creativo.

    Però un paio di copertine sono indubbiamente più efficaci delle altre: il calzino è un’idea che veicola in modo elegante l’argomento infantile senza cadere nel morboso riuscendo pure a preservare un vago erotismo (funziona perfino meglio per chi ha già conosciuto Lolita “ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo”), mentre le sillabe del nome risuonano indelebili a chiunque abbia anche solo aperto la prima pagina, e per tutti gli altri fanno compiere con malizia alla punta della lingua quel “breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti” (lettore già stregato).

    Ma c’è un ultima copertina che vince su tutte le altre: risultando claustrofobica e inquietante come certe pagine del romanzo, ci ricorda soprattutto come la perversione sia primariamente negli occhi di chi guarda. Nessuno può guardare questa copertina senza sentirsi a disagio, o in colpa, per aver pensato che…

    Così potente da ritorcere contro il potenziale lettore qualsiasi accusa preventiva fatta al libro. Non credo si potesse fare di meglio.

    (La locandina nera al centro c’era andata molto vicina, ma ha esagerato: un laccetto fucsia per capelli, che si trasforma dopo un po’ in un segno di rossetto, e dopo un altro po’ in qualcos’altro di molto volgare, troppo, così tanto da risultare respingente.)

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    Gran Turismo Veloce on tour: Episodio 1 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/gran-turismo-veloce-on-tour-episodio-1/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/gran-turismo-veloce-on-tour-episodio-1/#comments Thu, 15 Mar 2012 14:56:39 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2952 Il tour europeo dei Gran Turismo Veloce sta per partire. Massimo, Claudio e Flavio stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli. Il più grosso è stato appena risolto: i GTV hanno il loro camper.

    Con la scelta del mezzo che li accompagnerà per tutta Europa si inaugura la web-serie a puntate che li seguirà nell’avventura. Oh mèldola!

    Gran Turismo Veloce European Tour: Episodio 1

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    Sei per dodici – quattro: l’esattezza http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/sei-per-dodici-quattro-lesattezza/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/sei-per-dodici-quattro-lesattezza/#comments Wed, 14 Mar 2012 15:28:12 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2947 Dopo circa un anno, torno a citare Raymond Carver e il suo Il Mestiere di Scrivere.

    Se le parole sono appesantite dall’emozione incontrollata dello scrittore, o se sono imprecise e inaccurate per qualche altro motivo, fatalmente gli occhi del lettore scivoleranno sopra di esse e non si sarà ottenuto un bel niente. Raymond Carver

    L’esattezza di pensiero deve essere seguita dall’esattezza dello stile. Disciplina è quel che serve. E lentezza, per ponderare i sottintesi, le connotazioni e i suoni di ogni singolo nome, avverbio, aggettivo.

    Senza dimenticare l’esattezza della punteggiatura. Dopo la visione apocalittica di Aldo Busi su una virgola messa male, il punto di Isaak Ėmmanuilovič Babel’:

    Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al punto giusto. Isaac Babel.

    Un punto del genere può rivaleggiare in potenza con il CUT TO BLACK cinematografico: l’assoluto dell’assertività, dopo il quale gli indici e i titoli di coda sono propaggini superflue e quasi fastidiose.

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    8 marzo: festa delle donne http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/8-marzo-festa-delle-donne/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/8-marzo-festa-delle-donne/#comments Thu, 08 Mar 2012 01:01:51 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2942 Il mio regalo a tutte le donne, questa simpaticissima T-shirt.

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    It wasn’t our finest hour http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/it-wasnt-our-finest-hour/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/it-wasnt-our-finest-hour/#comments Wed, 07 Mar 2012 17:28:19 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2937 Un articolo di Business Insider raccoglie dodici pessime pubblicità partorite da quella che viene unanimemente riconosciuta come una delle aziende con il miglior reparto comunicazione: la Apple Computers.

    Ad esempio questo promo, gemello destinato alle aziende del famosissimo spot “Perché il 1984 non sia come 1984″, è una roba inqualificabile per cui stento a trovare aggettivi. E no, gli anni ’80 non sono una scusa.

    Spot Apple 1984: We are Apple (Leading the way)

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    La noce di cocco http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/la-noce-di-cocco/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/la-noce-di-cocco/#comments Mon, 05 Mar 2012 10:02:08 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2908 Cazzo che vista, sembra proprio di stare in un film. Ahh, il profumo del mare. Certo in Sardegna è meglio, ma anche qui non è male. La sabbia è pure più bianca, guarda come brilla, pare vetro. Quasi quasi era meglio se scappavo prima, meno corse, meno trambusto, un bacio con le consegne ai ragazzi. Pianificavo un’uscita in sordina, da un giorno all’altro, puf, magari restava anche un ricordo migliore. Vabbè chi se ne frega di cosa pensa quel popolo di coglioni. Già me l’immagino i titoli sui giornali. Avvocato, me li mandi che mi ci pulisco il culo. Fa un cazzo di caldo però, fammi prendere un po’ di fiato, vai, è un pezzo che cammino, fammi appoggiare lì a quell’albero. Chissà se quelli là stanno facendo quello che gli ho detto. Era meglio non dargli tutto ‘sto potere a quei due, ci mettono un attimo a voltarti le spalle, vedrai se non avevo ragione, due serpi in seno sono, vedrai. Ragazzi miei state attenti. Vabbè, se ne riparla tra qualche mese, magari un anno, dipende come lavorano i legali. E quegli altri. Calmiamoci e godiamocela ora, che altro posso fare. Guardo il mare. Bello il mare. Senti però che aria umida, porca troia, con quanto sudo mi si attacca la sabbia al culo. Ce l’avranno l’aria condizionata in hotel? Economia emergente un par di palle. Due passi dalle scimmie sono. Però cucinano bene, la cena dell’altro giorno me la ricordo ancora. Magari dopo qualche settimana a frutta e crostacei mi sarà pure andata via un po’ di pancia e ci sta che riesca a farmi qualche pelle anche qui, ah sì non sarebbe male sollazzare il papero con queste filippine. Lo sanno tutti cosa si dice delle asiatiche. Sai l’invidia di quella testa di cazzo. Voglio vedere come fa a trombare adesso. Che tanto anche lui c’ha poco a venir qui, dove altro vuoi che vada, se aspetta un altro po’ il cerchio si chiude e lo beccano. Ma sia chiaro, qui tra le palle non ce lo voglio, quel leccaculo. E’ pieno di isole, vada su un’altra. Questa è mia, magari me la compro, sì, sì, me la compro, finale perfetto. Mi mancava solo un’isola, in effetti. E poi mi ci faccio re per davvero, con tutte le carte e la corona stavolta. Sai le risate. Mi faccio pure lo stemma araldico, ci metto una bella palma dritta e dura con due noci di cocco che penzolano, come quelle lassù, viste da qui sotto paiono proprio due coglioni, non ci avevo mai fatto caso, tu guarda alle volte la natura. Le noci di cocco. Mi pare di ricordare che qualcuno mi aveva detto che se te ne cade una in testa ti può ammazzare.

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    Video musicale di Gaspar Noé http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/video-musicale-di-gaspar-noe/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/video-musicale-di-gaspar-noe/#comments Sat, 03 Mar 2012 09:15:55 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2921 SebastiAn: Love in Motion. Regia: Gaspar Noé

    Sta diventando un po’ ripetitivo, l’amico. Certo, è divertente leggere i commenti su YouTube dove gli danno del pedofilo. Gli insulti sono sempre rivelatori dei pensieri di chi li formula.

    Spero che il prossimo film di Gaspar Noé sia stilisticamente diverso da ciò che abbiamo visto negli ultimi anni. Tra Irreversible a Enter The Void, passando per gli spot, i video musicali e il cortometraggio all’interno di Destricted, ha detto e fatto tutto quello che si poteva dire e fare con la camera mobile e le luci strobo.

    Nel settore videoclip, l’apice era Protège Moi dei Placebo (attenzione: il video contiene masturbazione e lesbismo, pertanto potrebbe compromettere irrimediabilmente la vostra moralità cattolica; pensateci prima di cliccare play).

    Comunque, per ora pare che si diverta, la noia non affiora nemmeno in questi compitini un po’ marchetta. Per cui, finché dura, applausi per simpatia e per principio.

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    Una virgola messa male http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/una-virgola-messa-male/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/una-virgola-messa-male/#comments Fri, 02 Mar 2012 10:23:18 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2887 [...] una virgola messa male o superflua altera il senso del mondo e dà adito al caos sociale, dato che, prestando il fianco a interpretazioni arbitrarie, legittima la violenza dei crudeli in cerca di un cavillo [...] Aldo Busi, La posta del cuore, Rolling Stone 09.2010

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/2915/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/2915/#comments Fri, 02 Mar 2012 10:22:53 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2915 Filippo: Comunicazione di servizio.
    NiK: Gisella in cassa due.
    Filippo: No. Da oggi è possibile ricevere gli articoli via email. Il form per iscriversi è in fondo alla pagina.
    NiK: Uh, guarda come corrono!

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    Padrepii d’Italia: Taormina http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/padrepii-ditalia-taormina/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/03/padrepii-ditalia-taormina/#comments Thu, 01 Mar 2012 10:46:47 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2892 Padrepio a Taormina: Padrepitchcock Presents
    Padrepio a Taormina:
    Padred Pitchcock Presents

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    Titoli e copertine di libri http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/titoli-e-copertine-di-libri/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/titoli-e-copertine-di-libri/#comments Wed, 29 Feb 2012 13:46:59 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2874 Sfogliando Vanity Fair di questa settimana leggo un articolo che individua i trend in salita e discesa per i titoli dei libri. Mentre crollano quelli a monosillabi (tipo “XY” di Sandro Veronesi), continuano a tenere bene i titoli lunghi e misteriosi (modello: “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano) perché – dice l’esperto – incuriosiscono e sfidano il potenziale acquirente.

    In rampante ascesa i titoli che puntano al senso del gusto: “Giorni di zucchero, fragole e neve”, “Amore, zucchero e cannella”, eccetera eccetera. Funzionano perché – sempre secondo l’esperto – sono esotici e allo stesso tempo rassicuranti.

    In realtà trovo che l’invasione di questi titoli papillocentrici sia dovuta principalmente alla direzione che il mercato dei libri ha preso nell’ultimo anno. Passeggiando in libreria ho notato come la stragrande maggioranza dei libri si rivolga apertamente a un pubblico di donne. Le copertine sono un tripudio di primi piani di giovani ragazze, quasi sempre coi capelli rossi e ricci, o di dettagli di vita domestica (tazzine, biscotti, tovaglie di pizzo, scorci da finestre), su sfondi con colori caldi (molto giallo, molto arancione) e grafiche a svolazzi.

    A guardare da lontano la parete dei best seller di una libreria Mondadori l’effetto cromatico era identico agli scaffali del supermercato con le confezioni di biscotti del Mulino Bianco.

    Non si tratta necessariamente di letteratura rosa. Qualsiasi libro viene promosso (dal titolo alla copertina, dalla descrizione alla collocazione) agganciandolo a un supposto gusto femminile.

    Alberto Rollo, direttore editoriale di Feltrinelli, e Riccardo Falcinelli, grafico di Minimum Fax, mi danno ragione: la formula magica per il successo 2012 in libreria è la parola “spezie” nel titolo e un bel viso di donna in copertina.

    Se per la mancanza di fantasia grafica vi rimando all’arguto blog Copertine di Libri, dove una misteriosa libraia-investigatrice individua doppioni e plagi (con esiti esilaranti tipo Son sempre mi, Solo me ne vo o Alterigia), per i titoli vi riporto qui alcuni tra i libri più venduti del momento, tutti titillanti il gusto, il mistero, il romanticismo, e vediamo se non ho ragione.

    • Il negozio di dolciumi
    • Il gusto segreto del cioccolato amaro
    • La voce invisibile del vento
    • Il prigioniero del cielo
    • La cucina del buon gusto
    • L’ombra della profezia
    • Il linguaggio segreto dei neonati
    • Le prime luci del mattino
    • Il cabalista di Praga
    • La strada in fondo al mare

    Ne segue il titolo perfetto.

    Alle prime luci del mattino la voce invisibile del linguaggio segreto dei neonati prigionieri del vento nella cucina del negozio di dolciumi col buon gusto segreto del cioccolato all’ombra della profezia del cabalista della strada in fondo al mare di Praga

    Successone.

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    Gran Turismo Veloce European Tour 2012 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/gran-turismo-veloce-european-tour-2012/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/gran-turismo-veloce-european-tour-2012/#comments Tue, 28 Feb 2012 12:21:47 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2864 Fatto n. 1: L’album di esordio dei Gran Turismo Veloce, di Carne, di Anima, è stato recensito con articoli incredibilmente lusinghieri dalla stampa specializzata, italiana e internazionale. Alcuni esempi.

    GTV’s debut is truly excellent. This band is one of the new trailblazers who will help define the modern RPI scene. It’s not just about the 1970s anymore and yet GTV are smart enough to not dismiss the good things that old period gave us. Fantastic job across the board, gentlemen. A new era classic. Finnforrest , Prog Archives [USA], 12.05.2011

    E’ bello, nel mare di produzioni insipide o mediocri che ogni trimestre arrivano all’attenzione di noi editorialisti, pescare la perla che occuperà un posto di rilievo tra i gioielli della nostra collezione di dischi. Christian Barbier, Progresisté [FR], 01.02.2012

    Si ha l’emozione di essere assorti in meditazione. Utilizzano assoli di chitarra fatti col cuore, e aggressività tecnica. Il finale dell’album è completato da un suono di nuova generazione pieno di Progressive Rock italiano degli anni ’70, ma rivisitato in chiave moderna. Il mellotron arriva per dare drammaticità allo sfondo, aumenta la malinconia classica, sulla scena svolazza il flauto e il finale è bello ed emozionante come quello di un film. Garden Shed [JAP], 04.04.2011

    Tutto “di Carne, di Anima” trasuda una pienezza ed una competenza musicale senza pari nel panorama della musica rock contemporanea. Giona Nazzaro, Rock Hard, 09.2011

    Fatto n. 2: A fronte di tutto questo, la band non riesce a trovare spazio nei locali con musica dal vivo, in numero sempre più esiguo e sempre più interessati esclusivamente alle tribute band (o tempora). Niente da fare anche con le agenzie di booking che chiedono migliaia di euro in anticipo senza garantire nulla (ma una volta gli agenti non lavoravano a percentuale?)

    Dunque, che fare? Questa domanda se la pone ogni gruppo musicale emergente. Di lamentele sul blocco del sistema sono pieni i forum, sfoghi di sincera frustrazione abbondano su YouTube.

    Ed è qui che entra in gioco la beyondness™. Non ci fate suonare? Non ci date spazi per far arrivare la nostra musica al pubblico? Gliela portiamo noi. A casa. Col camper.

    Da aprile il gruppo partirà per un tour di due mesi completamente indipendente e autofinanziato che toccherà le principali città europee: Vienna, Praga, Amburgo, Bruxelles, Berlino, Bonn, Amsterdam, Londra.

    I preparativi in questo ultimo mese sono frenetici, e proprio ieri il gruppo dovrebbe aver risolto il problema principale: la scelta del camper. Di oggi invece è la notizia che due importanti portali musicali sono talmente entusiasti del progetto da inaugurare ciascuno una rubrica dedicata al tour.

    I GTV filmeranno l’intera esperienza e posteranno un videoblog sul loro sito. Le riprese dei concerti e della convivenza forzata per due mesi dentro gli otto metri quadri del camper confluiranno al loro ritorno in un documentario che potrebbe rivelarsi la storia di come il sistema musicale italiano venne distrutto oppure un simpatico esperimento sociologico in stile Shining.

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    Lars, ti prego deprimiti! http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/lars-ti-prego-deprimiti/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/lars-ti-prego-deprimiti/#comments Mon, 27 Feb 2012 20:40:20 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2859 Ho comprato il DVD di Melancholia e continuo a pensare del film tutto il bene possibile. Rivedendolo, ho anche deciso di spostarlo un posto più in su nella mia personale classifica.

    Però però…

    Nel retro della copertina del DVD c’è una lettera firmata da Lars in persona. Ne riporto qualche stralcio.

    E’ stato come svegliarsi da un sogno. La mia produttrice mi ha mostrato una prova per il manifesto. “Che cos’è?” le ho chiesto. “E’ il film che hai fatto!” ha risposto. “Stai scherzando,” ho balbettato. Girano i trailer… le foto… che orrore. Sono sconvolto. [...] E’ sdolcinato, è un film da donna! Mi verrebbe voglia di rigettarlo come un organo trapiantato. [...] Mi sento confuso e in colpa. Che ho fatto? E’ la fine di Trier? Mi aggrappo alla speranza che in tanta melassa possa esserci una scheggia d’osso che rompe qualche dente.

    Ecco, lo sapevo. La depressione è finita, è tornato il solito sbruffone fastidioso di sempre.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/2828/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/2828/#comments Sun, 26 Feb 2012 11:09:09 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2828 Filippo: Oscar?
    nessuno2001: Umpf.
    Oliviero: Ahahahah, lo sapevo che gliel’avresti chiesto.
    Filippo: Beh, ci riprovo.
    nessuno2001: Dai, ma come si fa? Hai visto le nomination? Sono anni che ormai gli Oscar hanno completamente perso interesse.
    Oliviero: Ha ragione. Ha ragione.
    Filippo: Vabbene, ha ragione.
    nessuno2001: Che poi… sono sempre stati l’autocelebrazione dell’industria, ma ricordo che quando ero piccolo segnalavano indubbiamente film fichi. Adesso è una tristezza infinita…
    Oliviero: Marketing.
    nessuno2001: Ecco, sì. Puro pierre.
    Oliviero: Che la colpa sia dei Weinstein?
    nessuno2001: E del loro modo di fare. Ma anche del tempo.
    Marcel: La colpa è sempre dello spirito dei tempi.
    Filippo: Sì. Vabbè. Ma insomma anche quest’anno li buchiamo?
    nessuno2001: Sì. Leggiti invece le nomination ai Razzies. Peggior Attore: Adam Sandler per Jack & Jill. Peggior Attrice: Adam Sandler per Jack & Jill. Peggior Attore Non Protagonista: Al Pacino nel ruolo di Al Pacino in Jack & Jill. Peggior Coppia sullo Schermo: Nicholas Cage e chiunque gli sia accanto in uno qualunque dei suoi film di quest’anno. Oppure, Kristen Stewart e uno dei due tra Taylor Lautner e Robert Pattinson in Twilight Saga Breaking Dawn Parte 1. Indubbiamente più interessanti, non trovi?

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    Hugo Cabret: sputtanarsi e rinnegare se stessi http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/hugo-cabret-sputtanarsi-e-rinnegare-se-stessi/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/hugo-cabret-sputtanarsi-e-rinnegare-se-stessi/#comments Sat, 25 Feb 2012 23:08:02 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2820 Secondo film di quest’anno con la nostalgia per l’età del muto dopo The Artist, Hugo Cabret è la storia di un bambino orfano che per risolvere il mistero di un automa meccanico lasciatogli dal padre si imbatte in Georges Méliès, padre della cinematografia fantastica ormai dimenticato.

    Se volete una recensione al film, vi bastino queste poche parole: noioso e incapace di fondere adeguatamente la parte da spettacolone di Natale per famiglie e quella riflessiva sul cinema per spettatori adulti; Scorsese si ubriaca di 3D (letteralmente: solo dandogli dell’avvinazzato è possibile comprendere tanto le sue esagitate dichiarazioni a favore della stereoscopia quanto le inutilmente lunghe e ripetute sequenze da capogiro del film) e perde quasi subito il controllo sul mezzo e sulla materia a disposizione. In un film che si definisce d’avventura, la noia è un peccato mortale; il momento più emozionante di Hugo Cabret, cioè il montaggio delle iconiche scene dei film muti da Il Gabinetto del Dottor Caligari ad Assalto al Treno, è la sua lapide: una monumentale mancanza di immaginazione.

    Ma d’altra parte si sa, Scorsese ormai è morto da anni: il suo lavoro causa poco più che uno sbadiglio e la sua presenza nel mondo del cinema è da considerarsi innocua.

    O almeno, finora.

    Quel che rende molesto questo film è la distorsione che Scorsese, girando in 3D, ha portato alla filosofia che motivava il romanzo illustrato di Brian Selznick da cui il film è tratto: se La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret attuava una sapiente operazione di recupero educativo del modo di narrare favolistico del cinema degli albori, con pagine dove i bellissimi disegni in bianco e nero erano importanti tanto quanto le poetiche parole, la stereoscopia del film snatura irrimediabilmente questo discorso.

    Inutile portare un coraggioso vessillo passatista, ossia tentare di raccontare ai bambini quanto siano magici i libri e il cinema perché fanno viaggiare con la fantasia, se per dirlo fai un film dove il 3D ti butta sull’ottovolante. Dimostri di non crederci tu per primo al potere immaginifico del cinema.

    E quando alla fine mi fai vedere il redivivo Méliès che ripropone al pubblico del teatro i suoi film ritrovati, tu li proponi al pubblico cinematografico convertendoli in 3D. Sacrilegio. Anzi peggio: vomito.

    Mi fai di molto schifo, caro Martin, giacché non posso non pensare al fatto che tu stesso fondasti nel 1990 la Film Foundation for Film Preservation, organizzazione di cui tra l’altro eri stato il portavoce e il presidente. Lo statuto della fondazione, che ti ricorderai perché l’hai scritto tu, prevedeva l’impegno a difendere e preservare i film del passato al fine di proteggere la visione dei registi che li avevano creati. In quegli anni in particolare tu e gli altri registi iscritti alla fondazione vi batteste contro l’idiota pratica della colorizzazione dei film in bianco e nero, una cretinata che mirava a rendere accattivanti i vecchi capolavori convertendoli al supposto gusto del pubblico corrente. Non penso occorra essere delle faine per notare degli indubbi parallelismi con quanto succede oggi con le riconversioni in 3D.

    Vedi di riconvertirti il cervello, vai.

    Hugo Cabret, di Martin Scorsese [USA 2011]
    Voto: 4. una favola completamente priva di magia e immaginazione.

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    L’Altra Faccia del Diavolo: esorcizzate piuttosto il cinema dal found footage http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/laltra-faccia-del-diavolo-esorcizzate-piuttosto-il-cinema-dal-found-footage/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/laltra-faccia-del-diavolo-esorcizzate-piuttosto-il-cinema-dal-found-footage/#comments Fri, 24 Feb 2012 18:25:12 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2811 Ieri sera sono andato all’anteprima romana del film horror L’Altra Faccia del Diavolo, recente e molto pubblicizzata variazione indipendente sul sempreverde filone degli esorcismi.

    Per promuovere il film, che in America ha fatto inaspettate faville al botteghino, la Universal Pictures ha organizzato una proiezione gratuita a invito al Cinema Farnese di Campo de’ Fiori, addobbato per l’occasione con tappeti rossi disposti a croce, ceri funebri e drappi neri. Durante l’attesa, un figurante in abiti talari cercava di tenere a bada una Bibbia dispettosa che continuava a prendere fuoco e una pia sorella distribuiva ostie ai più devoti e aspergeva gli altri con boccetta d’acqua santa.

    Ora, io mi sono divertito: la messinscena era ben fatta, i ceri accesi a terra creavano una bella atmosfera, la vetrata con rosone proiettata su una parete della sala cinematografica era notevole e il buffet a pane e vino è stato sicuramente gradito dai più – non da me, detesto il vino rosso; la sorella mi ha bollato come infedele e io ho mostrato pronto pentimento mangiando un’altra ostia.

    Lo so che a caval donato non si guarda in bocca (ci hanno anche regalato una borsa e una maglietta), ma non posso tacere quanto il film sia indifendibile. Nonostante le scene di esorcismo fossero valide a dispetto dell’esiguo budget e malgrado in un paio di sequenze si avvertisse un inizio di inquietudine e suspense, la sceneggiatura era talmente ridicola, infarcita di assurdità e salti logici, che dopo la prima mezz’ora ho smesso di chiedermi perché i personaggi continuassero a litigare e prendere decisioni idiote. Il doppiaggio poi era così artefatto e mal missato che era impossibile credere anche solo per un momento alla messinscena da finto documentario.

    Sì, ancora il found footage. Lo possiamo dire? Non se ne può più. Il filone delle videocassette ritrovate, delle bobine rinvenute, delle riprese amatoriali, delle immagini da telecamere di sorveglianza e della troupe documentaristica che segue il protagonista ha esaurito in pochi anni, a causa di un esasperante sovradosaggio, qualsiasi appeal e efficacia.

    Inoltre, quando questo stile non è adeguatamente supportato da tutti gli altri elementi della messinscena, come accade in questo L’Altra Faccia del Diavolo dove spuntano continuamente nuove telecamere e altre spariscono dalla scena per non impallare le riprese, alla noia si somma l’irritazione: ci si sente inequivocabilmente presi in giro.

    Non spendiamo poi parole né sulle “cavolate romane”, con nomi e logistica totalmente irreali che il film parrebbe essere girato a Paperopoli, né sull’imbarazzante finale del film: basta menzionare le continue risatine e il boato di mugugni a fine proiezione.

    Mi spiace rovinare il trend social e il marketing viral del film con questo mio post, però cari press-agent pensateci due volte prima di affidare alla rete la promozione di una bufala: la regola del passaparola, che è la stessa da secoli checché lo vestiate di neologismi contemporanei, vuole che sia indubbia la qualità del prodotto; se il film è scadente, fareste bene a usare la tattica del “prendi i soldi e scappa” (creare attesa, molte sale occupate, una settimana in programma, addio). Voglio proprio vedere se riescono a trovare qualche faccia spaventata nelle riprese che hanno fatto in sala. Se ne vedete una annoiata, è la mia.

    L’Altra Faccia del Diavolo, di William Brent Bell [USA 2012]
    Voto: 4. il found footage al suo peggio, con script risibile.

    PS: Visti i soldi che ‘sto film ha macinato in America, mi chiedo se non sono io ad aver perso definitivamente contatto coi gusti del grande pubblico. Ovviamente mi rispondo prontamente che in realtà è il pubblico ad aver perso capacità di giudizio, ci mancherebbe.

    PPS: a metà film una ragazza seduta qualche fila avanti a me si è alzata per andarsene; fatti due passi incerti in penombra ha sbattuto sul radiatore e si è accasciata a terra. Una sua amica l’ha vista, ha urlato “Oddio!” e si è precipitata su di lei. Due agenti della security sono accorsi e le hanno sollevato le gambe trascinandola fuori dalla sala. “Seh vabbè!” ha commentato la mia vicina, interpretando il pensiero di tutti. Ma no, la ragazza si era sentita male veramente. Memo: non svenite più ai film con gli esorcismi, perché rischiate che la gente non vi soccorra.

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    Dolci Colline di Sangue di D. Preston, M. Spezi http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/dolci-colline-di-sangue-di-d-preston-m-spezi/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/dolci-colline-di-sangue-di-d-preston-m-spezi/#comments Wed, 15 Feb 2012 12:17:41 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2808 Dolci Colline di Sangue
    Douglas Preston, Mario Spezi
    Rizzoli, 2009

    In linea col post di nessuno2001 di ieri, che mi fa sentire meno in colpa a scrivere un articolo sotto l’etichetta “Recensione” quando non ho nulla di particolare da dire, anche io vi segnalo un libro da leggere: il resoconto romanzato dell’indagine sui delitti del Mostro di Firenze, ad opera di uno dei giornalisti fiorentini che più ha seguito il caso con al suo fianco la penna di un discreto giallista americano.

    Il libro è splendidamente costruito con struttura e occhio cinematografici e risulta genuinamente inquietante dalla prima all’ultima pagina. Il fatto che continuasse a far suonare campanelli del mio passato (cartoni animati con sottopancia che annunciavano l’ennesimo delitto, speciali giornalistici a tutta pagina sfogliati nei quotidiani lasciati in salotto) moltiplicava i già abbondanti brividi.

    Preston e Spezi sono riusciti a farmi fare ciò in cui Stephen King, Jeffery Deaver, Ken Follet e compagnia avevano fallito: guardare la radiosveglia, accorgersi che sono già le tre passate, girarsi dall’altro lato e continuare a leggere.

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    Resurrect Dead: analisi di una paranoia http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/resurrect-dead-analisi-di-una-paranoia/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/resurrect-dead-analisi-di-una-paranoia/#comments Tue, 14 Feb 2012 17:14:36 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2799 Nella mia seconda vita da archivista kubrickiano, mi sono imbattuto varie volte nel mistero delle “mattonelle di Toynbee”, incastonate nell’asfalto in diverse città americane.

    Una mattonella di Toynbee

    Da una decina d’anni o forse più, sicuramente da quando c’è internet, avvistamenti di queste mattonelle vengono riportati e discussi in forum e newsgroup. L’incomprensibile testo recita:

    L’idea di Toynbee
    nel 2001 di Kubrick
    risuscitare i morti
    sul Pianeta Giove

    Finora nessuno era riuscito a svelarne il significato, e soprattutto a risolverne il mistero: chi le ha sparpagliate per tutti gli Stati Uniti? E perché? Queste domande sono l’oggetto del documentario indipendente Resurrect Dead, proiettato l’anno scorso al Sundance Festival. Diretto dall’esordiente Jon Foy, il film si era aggiudicato il premio per la miglior regia. Meritatamente.

    Più che una recensione, questo post vuole essere un consiglio e un invito: guardate assolutamente questo documentario. Non solo spalanca una porta sugli abissi del cervello, sulla paranoia e su come germina tra i neuroni, ma risulta anche una sfolgorante lezione di cinema: si guarda come i migliori thriller, non molla mai la presa sul ritmo, ha una fotografia che amplifica l’atmosfera ed è popolato da una serie di personaggi creati dal miglior sceneggiatore in assoluto (leggi: la vita).

    Resurrect Dead: The Mystery of the Toynbee Tiles, di Jon Foy [USA 2011]
    Voto: 8. un documentario inquietante con regia da applauso.

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    Millennium – Uomini che Odiano le Donne: registi che fottono il pubblico http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/uomini-che-odiano-le-donne-registi-che-fottono-il-pubblico/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/02/uomini-che-odiano-le-donne-registi-che-fottono-il-pubblico/#comments Sun, 12 Feb 2012 22:24:27 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2789 La regia del primo capitolo della trilogia Millennium era per David Fincher un lavoro su commissione: la Columbia Pictures aveva acquistato i diritti per i remake americani dei romanzi di Stieg Larsson e aveva puntato la sua sicura carta sul regista fresco dei trionfi di Il Curioso Caso di Benjamin Button e di The Social Network. Praticamente, come puntare su Ridley Scott negli anni ’80 – e poi un pochino nei ’90, e un altro pochino nei 2000 e forse tra un po’ anche lui torna: il regista intermittente. Ma dicevamo di Fincher, il primo della classe, garanzia di un compitino perfetto che magari ci scappa pure un capolavoro.

    E infatti Fincher fa il suo dovere egregiamente, tirando in maniera magistrale i complicatissimi fili di una trama-fiume rendendola digeribile tanto per chi ha già letto il libro (funziona!) quanto per chi non l’ha ancora letto (I want more!). E se è scontato confermare quanto sapientino-Fincher sia eccellente nel ricoprire tutto con una patina di innegabile figaggine (i titoli di testa! la composizione dell’immagine! il montaggio! gli attori cool!) molto meno ovvio è dargli credito per la sbalorditiva chiarezza espositiva che ti mette l’occhio esattamente dove serve perché tu registri un’informazione utile alla trama senza mai palesare il gioco di prestigio (che è il difetto principe di ogni giallo mal diretto).

    Però Fincher non è di quei secchioni che alzano la mano per compiacere la maestra, è più di quelli che sanno tutto e se ne stanno per i fatti loro a scarabocchiare il diario intanto che pensano te la faccio vedere io. E così infatti fa alla Columbia: perché quello che gli interessa, lo si capisce subito, non è la trama gialla, non sono i brividi, non è la suspense, non è la soddisfazione spicciola della sterminata oceanica folla dei fan di Millennium, quello per cui batte il suo cuore nero sono i meravigliosi personaggi inventati da Larsson e i rapporti splendidamente complicati che intessono tra di loro.

    Dirigendo un supercast da occasione di lusso e cavandone interpretazioni elettrizzanti tanto che tutti vanno a occupare nel tuo cervello più spazio del tempo che sono rimasti sullo schermo, Fincher si appassiona e fa appassionare agli snodi emotivi delle storie di Mikael Blomkvist, Lisbeth Salander, Erika Berger e dei membri della famiglia Vanger, e alle conseguenze delle loro azioni sugli altri. Quasi un thriller dell’anima più che un giallo col serial killer, mica roba da poco. (Ci fosse stato Max von Sydow al posto di Christopher Plummer potevo tirar fuori Bergman; in ogni caso siamo da quelle parti emotive, non solo geografiche.)

    Ma è nell’ultimo rullo che Fincher dimostra di essere uno con le palle.

    Inizia col chiudere in un lampo un mistero che si era dipanato con algida lentezza per tutto il film: cinque minuti scarsi di dialogo-su-flashback che però non risparmiano in emozione (della serie: me lo tolgo dalle palle ma non lo tiro via). Poi prende il film, a questo punto già oltre le due ore abbondanti, e lo spinge per un altro quarto d’ora, riaprendo improvvisamente una sottotrama ma imprimendole così tanto ritmo e entusiasmo che sembra il plot principale (tipo: capito cosa mi interessa?). Infine chiude il film, che voleva essere un thriller hollywoodiano macina miliardi, con la più spiazzante antitesi dell’happy ending da blockbuster: una delusione cocente se la guardi con gli occhi di Lisbeth, un finale sereno e riconciliatorio se lo guardi con quelli di Mikael e Erika, ma non c’è tempo di capirlo, il film è già finito e tu, caro spettatore medio della domenica, l’hai preso in quel posto.

    Consolati con questo ipnotico teaser, che erano anni.

    Millennium: Uomini che Odiano le Donne - Teaser

    Millennium: Uomini che Odiano le Donne, di David Fincher [USA 2011]
    Voto: 8. un thriller in cui il colpevole è il regista.

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    I love Rome http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/i-love-rome/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/i-love-rome/#comments Tue, 24 Jan 2012 13:08:25 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2722 L’altro giorno ascolto senza volerlo questo dialogo della dirimpettaia coi suoi gatti:

    Perché hai cagato fuori dalla sabbia? Vediamo s’oggi ho finito de puli’ ‘a mmerda vostra, eh?

    Oggi una signora impellicciata (e sono 15 gradi all’ombra) ferma davanti alla vetrina di Chanel in Via del Babuino si sente apostrofare:

    ‘a pelliccia fàttea co’ li peli der culo!                                          

    I ♥ Rome.

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    Cerca l’Italia http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/cerca-litalia/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/cerca-litalia/#comments Fri, 20 Jan 2012 11:48:29 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2773 Ieri si è tenuto al Guggenheim Museum di New York un evento di presentazione della Apple in cui l’azienda americana ha mostrato una serie di prodotti e servizi dedicati al mondo della scuola e dell’università.

    Phil Schiller, vice-presidente del settore marketing dell’azienda, ha iniziato il suo discorso dicendo che la qualità dell’istruzione statunitense non è buona come dovrebbe. Per illustrare la posizione degli Stati Uniti rispetto agli altri paesi del mondo in merito alle capacità di leggere, fare di conto e produrre ricerca scientifica, Schiller ha presentato questa classifica.

    Classifica paesi per livello di istruzione

    Buon divertimento a cercare l’Italia in quelle tre colonne. Non pensate di averla trovata quando c’è una “i” maiuscola, quelle sono l’Irlanda e l’Islanda.

    (sì, è vero, mi diverto a tirare secchiate di escrementi addosso a questo paese, e allora?)

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    Il mistero insolubile http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/il-mistero-insolubile/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/il-mistero-insolubile/#comments Thu, 19 Jan 2012 10:30:42 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2700 Dunraven, esperto in romanzi polizieschi, pensò che la soluzione del mistero è sempre inferiore al mistero. Questo partecipa del soprannaturale e finanche del divino; la soluzione, del giuoco di prestigio. Jorge Luis Borges, L’Aleph, p. 130

    Dev’essere per questo che sono sempre insoddisfatto dei thriller e dei romanzi gialli, inclusi i miei.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/2749/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/2749/#comments Thu, 19 Jan 2012 07:03:55 +0000 NiK http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2749 Dispetto 7: Non scorderò mai I Sette Nani

    Dispetto n. 7: “Non scorderò mai i Sette Nani”
    Individuato in soli 3 minuti da Filippo

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    La più grande allegoria dell’Italia http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/la-piu-grande-allegoria-dellitalia/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/la-piu-grande-allegoria-dellitalia/#comments Tue, 17 Jan 2012 13:28:04 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2734 Elementi a disposizione:

    • la Costa Crociere, prima compagnia di navigazione turistica italiana, ma ormai americana visto che le quote di maggioranza sono state vendute alla Carnival Corporation;
    • la Concordia, grandiosa e lussuosissima nave da crociera: al suo interno il più grande centro benessere del mondo, più varie opere d’arte, spesso in copia;
    • i provini a bordo per un nuovo reality di parrucchieri;
    • la manovalanza quasi interamente filippina;
    • il Comandante Francesco Schettino, recidivo a bravate da sbruffone;
    • la decisione di passare raso raso all’isola per salutare amici e parenti;
    • uno scoglio che forse era lì, forse non era lì, forse non visto, forse ignorato;
    • la risposta “Solo un problema tecnico” alla Capitaneria di Porto quando la nave stava già affondando;
    • il Comandante Schettino che abbandona la nave per mettersi in salvo;
    • Schettino che non vuole tornare a bordo e nega l’evidenza.

    Se ci pensate un attimo, senza modificare o accentuare nulla, viene fuori la più grande e perfetta allegoria di questo paese.

    Il naufragio della Costa Concordia

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    7 Link Project http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/7-link-project/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/7-link-project/#comments Mon, 16 Jan 2012 09:15:53 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2709 Mi sono accorto solo ora che Michele Settepani di Il Pensatoio mi aveva lanciato la palla di una catena tra blog che aveva avuto luogo l’anno scorso.

    Mettere in evidenza 7 vecchi post del nostro blog che rientrino nelle categorie elencate dando un minimo di motivazione, due parole, quattro chiacchiere, una giustificazione, insomma quello che vi salta in testa! Dopo di che passate la palla ad altri 7 blog. 7 Link Project

    Ringrazio Michele e sfrutto l’occasione per ripescare qualche vecchio post per i lettori più nuovi e fare una sorta di amarcord dopo circa un anno dalla nascita di questo blog.

    1. Il post il cui successo mi ha stupito

    Sono in realtà stupito di avere gente che legge quando vengo qui a tirare lo sciacquone del mio cervello. Se proprio devo scegliere, la recensione di Il Cigno Nero è il secondo post che ha ricevuto più visite, piuttosto singolare per una recensione che era semplicemente una serie di appunti di nessuno2001 sul film (ma né io né lui ci illudiamo e sappiamo che il merito è tutto di Google).

    2. Il mio post più popolare

    Dipende cosa si intende per popolare. Se guardo la classifica dei post più letti, cosa che sui blog è sempre un po’ un problema visto che per la maggior parte si leggono in RSS o direttamente sulla home, vedo che è primo posto è preso dal post sull’arresto per stalking del direttore di Pontifex. Non posso che godere nuovamente per un post che mi aveva dato una soddisfazione orgasmica.

    3. Il mio post più controverso

    A giudicare dall’interessantissimo battibe dibattito nei commenti, direi che vince il post sull’escalation omofobica (o anche intelligenzofobica) del nostro paese (rigorosamente con la minuscola) del maggio dell’anno scorso. Di nuovo applausi a Militia Christi.

    4. Il mio post più utile

    Spero che sia utile la filippica contro il 3D (con prologo e conclusione), ma è pura utopia. Ripeto, Pubblicità Progresso: Ogni giorno nel mondo decine di capolavori del passato cadono vittime del 3D. Aiutaci anche tu a fermare questo scempio.

    5. Il post che secondo me non ha avuto l’attenzione che meritava

    Sono due: sul versante faceto, tutta la serie di Padrepio (i Padrepii) che secondo me ha del geniale ma non riscuote il giusto successo a giudicare dai commenti ricevuti (sostanzialmente nessuno). Sul versante serio (ma potrebbe esser vero anche l’opposto), la triade di recensioni di nessuno2001 per Koyaanisqatsi, Powaqqatsi e Naqoyqatsi su cui si era impegnato molto e non hanno generato né visite (nonostante siano tra le pochissime pagine italiane sull’argomento) né commenti; il pubblico ha detto stiqatsi.

    6. Il mio post più bello

    Siccome siamo un blog collettivo, e i co-autori sono molto invidiosi, sono obbligato a segnalarne almeno uno per ciascuno: Le Quattro Stagioni di Oliviero, Redenzione di Marcel, Switched on Different Trains di Massimo. Io e nessuno2001 barattiamo il nostro spazio, già coperto negli altri punti, con altri due post belli belli, L’ultimo amante di Banana Yoshimoto di Marcel e Universi Paralleli di Oliviero. Di NiK avete gli intermezzi e i dispetti.

    7. Il post di cui vado più fiero

    Secondo episodio in cui la società italiana mi stana: il post sulle polemiche dopo l’intervento di Peppino Englaro a Vieni Via Con Me; impregnato di sana incazzatura toscana fin dal titolo, è stato ripreso parola per parola su vari siti, il che mi fa sentire da un lato onorato e dall’altro semplicemente meno solo. Vado anche particolarmente fiero di quell’immagine delle suorine che innaffiano una persona come vera immagine dello stato vegetativo difeso con violenza dai cattolici.

    …passo la palla a:

    I sette blog che coinvolgo (probabilmente fuori tempo massimo) nel giochino:

    1. Mulholland Dave perché rasenta il genio;
    2. I 400 Calci perché anche a me piace il cinema di genere;
    3. Cronache dalla libreria perché più lo leggo più mi piace;
    4. Friday Prejudice perché punto di riferimento per le uscite al cinema;
    5. Larvotto per la sua marvellicious fuffa;
    6. Davvero Davvero perché quel che dice mette in moto il cervello;
    7. Altriabusi perché mi raddrizza l’asse del mondo.
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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/7-link-project/feed/ 9
    Che vita di merda (2001/2006) http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/che-vita-di-merda/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/che-vita-di-merda/#comments Sun, 15 Jan 2012 07:09:58 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2696

    Un pezzo originariamente scritto per Marco Masini, che urla “Che vita di merda” nel suo aggraziato modo. Composto nel 2001, rimasterizzato intorno al 2006.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/che-vita-di-merda/feed/ 2
    Nulla è più triste della vita http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/nulla-e-piu-triste-della-vita/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/nulla-e-piu-triste-della-vita/#comments Fri, 13 Jan 2012 08:03:20 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2692 Rileggevo Trilogia della Città di K. di Agota Kristof e, sarà il periodo, mi sono appuntato queste due pagine.

    - Lei continua a parlare di rimborsi. Vorrei che parlasse d’altro. Tanto per cominciare, che cosa scrive?
    - Quello che scrivo non ha nessuna importanza.
    Insiste:
    - Quello che mi interessa sapere è se scrive delle cose vere o delle cose inventate.
    Le rispondo che cerco di scrivere delle storie vere, ma, a un certo punto, la storia diventa insopportabile proprio per la sua verità e allora sono costretto a cambiarla. Le dico che cerco di raccontare la mia storia, ma che non ci riesco, non ne ho il coraggio, fa troppo male. Allora abbellisco tutto e descrivo le cose non come sono accadute, ma come avrei voluto che accadessero.
    Dice:
    - Sì. Certe vite sono più tristi del più triste dei libri.
    Dico:
    - Proprio così. Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita. p. 273

    Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un’inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, un’invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l’immaginazione. p. 374

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    Come in cielo così in terra http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/come-in-cielo-cosi-in-terra/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/come-in-cielo-cosi-in-terra/#comments Wed, 11 Jan 2012 14:36:47 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2686 Come in cielo così in terra.
    Come in cielo così in terra.
    Piazza S.Pietro, Roma, 22.01.2005

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    Questi non li scorderò mai http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/questi-non-li-scordero-mai/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/questi-non-li-scordero-mai/#comments Thu, 05 Jan 2012 10:40:01 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2666 Quando pensi ai più grandi momenti di un film, credo che quasi sempre sceglierai quelli che hanno a che fare con le immagini piuttosto che con le scene, e di certo mai quelli incentrati sulle parole. Ciò che un film fa meglio è utilizzare le immagini con la musica, e credo che questi siano i momenti che si ricorderanno.Stanley Kubrick, Modern Times, Sight & Sound 1972

    Irreversible, Gaspar Noé: epilogo

    Antichrist, Lars von Trier: prologo

    Apocalypse Now!, Francis Ford Coppola: Le Valkirie

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    Il sublime di Lars von Trier http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/il-sublime-di-lars-von-trier/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/il-sublime-di-lars-von-trier/#comments Wed, 04 Jan 2012 09:09:56 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2656 Nella Ricerca sull’origine delle idee del sublime e del bello del 1756, il filosofo inglese Edmund Burke teorizzò per primo l’antitesi tra questi due concetti estetici: mentre il bello è qualcosa che ispira sensazioni estetiche piacevoli a partire dalla perfezione delle forme, dalla loro armonia, regolarità ed equilibrio, il sublime è un sentimento che agisce in maniera analoga al terrore perché prodotto da qualcosa di non controllabile né misurabile e che è affine alle idee di pericolo, di smisurata grandezza e potenza, di incompiutezza e di oscurità. Il sublime è collegato alla sofferenza, al dolore, alle malattie e alla morte, e per questo produce emozioni più forti del bello perché attinenti alla sopravvivenza stessa del soggetto.

    Immanuel Kant precisò nel 1764 che il sublime nasce dal conflitto tra sensibilità e ragione: è un sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato sia dall’assolutamente grande e incommensurabile, sia dallo spettacolo dei grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che suscitano nell’uomo il senso della sua fragilità e finitezza. La contemplazione di tali spettacoli induce la mente a prendere coscienza del proprio limite razionale e a riconoscere la possibilità di una dimensione sovrasensibile, da esperire sul piano puramente emotivo.

    Nel 1819, Arthur Schopenhauer aggiunse con precisione che se il sentimento del bello è semplicemente il piacere provato guardando un oggetto piacevole, il sentimento del sublime è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.

    Nel 2011, Lars von Trier realizzò uno dei più totali esempi di sublime, nel suo film Melancholia.

    Melancholia: opening scene

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    Steve Jobs di Walter Isaacson http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/steve-jobs-di-walter-isaacson/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/steve-jobs-di-walter-isaacson/#comments Mon, 02 Jan 2012 12:43:07 +0000 Marcel http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2648 Steve Jobs
    Walter Isaacson
    Mondadori, 2011

    Seicento pagine e non sentirle: Isaacson racconta la vita, la morte e i miracoli del co-fondatore di Apple raccogliendo interviste a lui, i suoi familiari e praticamente chiunque si sia trovato sul suo cammino, tra geni dell’informatica, cantanti, business men, giornalisti, amici, rivali, visionari, artisti, designer, guru e fidanzate, imbastendo lotte, passioni, idiosincrasie, manie, sogni e valori ottenendo una lunghissima eppure quasi mai noiosa biografia, a tratti perfino appassionante.

    Isaacson evita anche il pericolo dell’agiografia, sempre in agguato per chiunque scriva una biografia autorizzata, anche se lo fa mettendo le mani avanti nella prefazione e dando versioni alternative di episodi significativi quando sarebbe stato più convincente un artificio narrativo trasparente.

    Si tratta in fondo del modo di scrivere biografie tipicamente americano: intervistare testimoni, raccogliere il più ampio quantitativo di fatti e organizzare il materiale in forma scorrevole, cronologica, con qualche digressione tematica, senza preoccuparsi di restituire un’atmosfera del contesto o dare spessore emotivo al racconto.

    La scorrevole piattezza della prosa di Isaacson delude solamente nelle prime cento pagine, dove l’infanzia e la genesi della Apple Computer vengono raccontate senza mai un guizzo di ritmo (e sarebbe stato facilissimo introdurli), e nel finale, quando l’appassionante cavalcata si sgonfia senza chiudersi e il lascito non è che un superfluo riassunto buono per la quarta di copertina.

    Nel mezzo, fortunatamente, la personalità di Jobs, titanica eppure minimale, aggressiva eppure spirituale, riempie ogni riga e appassiona con la sua determinazione a piegare il mondo a una visione da raggiungere.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/2653/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2012/01/2653/#comments Mon, 02 Jan 2012 12:30:40 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2653 Filippo: Hai visto che il 2012 è un anno bisestile?
    Oliviero: Sì, ma non è vero che gli anni bisestili siano sfortunati. In realtà sono anni di grandi cambiamenti, evoluzioni, progressi.
    Filippo: Non ricordo i miei precedenti anni bisestili… 2008… 2004… Ah sì, nel 2004 mi sono trasferito a Roma, e in effetti la città è rifiorita!
    Massimo: Era arrivato il letame.

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    Wendyyy!!! http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/wendyyy/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/wendyyy/#comments Fri, 30 Dec 2011 16:09:12 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2645 Shining cat

    Here’s kitty!

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    Merri Crismas uid Padrepio http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/merri-crismas-wid-padrepio/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/merri-crismas-wid-padrepio/#comments Sat, 24 Dec 2011 23:00:35 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2637

    Mi raccomando, fate i bravi, mica come questo qui.

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    The Artist: parole, parole, parole http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/the-artist-parole-parole-parole/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/12/the-artist-parole-parole-parole/#comments Sun, 18 Dec 2011 11:25:43 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2629 Osannato da tutti come un atto d’amore verso il cinema, The Artist di Michel Hazanavicius è stato definito un trionfo, un film delizioso e in stato di grazia, un tocco di genio, applausi in sala e spettatori rapiti. In tempi di 3D a tutti i costi, il regista dichiarava che il film muto è “l’espressione più pura del cinema”, in cui “tutto deve filtrare dall’immagine, dall’organizzazione dei segni inviati allo spettatore.”

    Ah, soddisfazione! Mi aspettavo di trovare un’opera che riportasse al pubblico d’oggi il fascino del cinema degli albori, in cui tutto veniva comunicato attraverso le scelte di messinscena, fotografia e montaggio – insomma dalla regia. Stanley Kubrick diceva con rimpianto che dall’avvento del sonoro il cinema aveva perso la sua specificità e i film erano diventati sostanzialmente dei drammi teatrali su pellicola. Secondo lui era necessario che il regista abbandonasse la convenzionale struttura in tre atti e che si sforzasse di escogitare modi di raccontare una storia che fossero eminentemente cinematografici, dedicati all’occhio più che all’orecchio.

    Mi aspettavo di godere con The Artist, di provare oggi quell’eccitazione estetica regalatami da Murnau, Dreyer, Lang. Le aspettative – si sa – sono il miglior modo per esser delusi.

    The Artist inizia al tramonto del cinema muto con la storia di un attore in declino, soppiantato dall’arrivo del sonoro. Partenza perfetta per agganciarsi con riflessioni teoriche, tuttavia quello che il film cerca di fare è solo mescolare una tradizionale storia d’amore con la comicità fisica alla Buster Keton – non proprio il modello di film muto di cui parlavamo all’inizio.

    Il fatto che il film sia senza dialoghi è sfortunatamente solo un giochino: non c’è una singola idea di regia che derivi dalla grammatica del muto; nessuna sequenza è pensata in funzione della macchina da presa o dell’illuminazione o del montaggio – perfino della colonna sonora, che risulta sempre immancabilmente a commento delle immagini. Anche la tanto elogiata sequenza di seduzione con il frac è una felice trovata di recitazione e non ha niente a che vedere con la forma cinema. Ed è inutile che Hazanavicius costruisca l’incubo del protagonista come un film sonoro, perché il suo film non è un muto.

    The Artist raggiunge l’ossimoro di essere un film sì privo di dialoghi ma niente affatto un film muto, prova ne è che anche quando gli attori non pronunciano effettivamente nessuna battuta, la loro recitazione corrisponde sempre a qualcosa di verbale. Sia che gli interpreti muovano le labbra, sia che producano smorfie emotive, il pubblico sa sempre quale battuta inserire in quel momento. I film muti comunicavano aggirando la parola: non avevano bisogno di produrre un pensiero linguistico nella mente dello spettatore: il loro valore assoluto era aver creato una forma d’arte non verbale, fatta solo di musica e immagini combinate in modo significante e non traducibile a parole.

    The Artist, al contrario, invece che negare il sonoro, paradossalmente lo conferma.

    E infatti il lieto fine che mi aspettavo, in cui la forza del cinema muto avrebbe dovuto scardinare la novità del sonoro rimarcando la propria superiorità estetica (sennò, per quale motivo fare questo film?), non arriva: al suo posto abbiamo un vile tentativo di integrazione dell’attore del muto nell’era del sonoro con i balletti alla Fred Astaire, che sono varietà, avanspettacolo, non certo cinema.

    Alla fine, invece di essere una rinfrescante opera retrò capace di riportare in auge la modernità e la potenza del cinema muto come si affanna a dire il regista nelle interviste, quello che The Artist fa è semmai sottolineare quanto siano superflue le battute nella maggior parte dei film che vediamo oggi in sala.

    Una futile operazione nostalgia, altro che un atto d’amore verso il cinema.

    PS: Vogliamo spendere due parole anche sulla sceneggiatura? Piena di buchi. Ad esempio: a che serve inventarsi il finto neo sul labbro se poi non viene quasi più menzionato in seguito? Le convenzioni, specie quelle del muto, pretendono che nella resa dei conti il neo faccia pagare il suo conto. O anche: che fine fa la moglie? Se volevi trattarla come un accessorio inutile, non spender tempo a rendermela personaggio mostrando la sua frustrazione, perché poi io voglio conoscere il suo destino. Meno importante: usi Malcolm McDowell per un minuto perché ti ha fatto il favore di venire nel tuo film? Non me lo mettere nei titoli di testa perché quelli non sono per i cammei ma per gli interpreti.

    The Artist, di Michel Hazanavicius [Francia 2011]
    Voto: 5. operazione nostalgia a uso e consumo di chi il muto non sa cosa sia.

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    Padrepii d’Italia: Trapani http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/padrepii-ditalia-trapani/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/padrepii-ditalia-trapani/#comments Sat, 26 Nov 2011 08:12:52 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2625 Padrepio a Trapani: Ellèvate!
    Padrepio a Trapani:
    Ellèvate!

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    Titolo per un documentario etnografico http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/titolo-per-un-documentario-etnografico/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/titolo-per-un-documentario-etnografico/#comments Thu, 24 Nov 2011 14:03:10 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2619 La A Piece Beyond è stata contattata per realizzare un documentario su alcuni progetti che una importante istituzione italiana di cui non diremo il nome (la Caritas) sta portando avanti nel continente africano, per la precisione in Ruanda.

    Vagliando le varie ipotesi di documentario – seguire i medici che fanno formazione in loco, seguire la produzione e la commercializzazione di prodotti equo-solidali, raccontare l’orfanotrofio di Kigali, ecc. – ci siamo in realtà appassionati alla scoperta dell’esistenza dell’Imigongo, una antica forma d’arte popolare ruandese oggi in procinto di scomparire, praticata esclusivamente dalle donne, basata sul modellamento e la pittura dello sterco delle mucche. Già pronto il titolo:

    Imigongo: un’arte di merda

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    Il trip di Cave of Forgotten Dreams http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/il-trip-di-cave-of-forgotten-dreams/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/il-trip-di-cave-of-forgotten-dreams/#comments Tue, 15 Nov 2011 11:34:21 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2615 Ieri sera al Cinema Teatro Odeon di Firenze, nell’ambito del 52esimo Festival dei Popoli a cui sono stato invitato, è stato proiettato Cave of Forgotten Dreams, documentario di Werner Herzog che porta gli spettatori a scoprire le pitture risalenti al paleolitico scoperte nel 1994 dentro la Grotta Chauvet nella Francia meridionale.

    A parte la qualità filmica dell’opera – un documentario a rischio marchetta meno stimolante di quanto herzoghianamente possibile, fitto di frasette un po’ banali e risaputi battiti cardiaci, dove il guizzo personale è intermittente e esplode in extremis in un inquietante epilogo cortazariano di coccodrilli albini al posto degli axolotl – la serata è stata un cinematografico trip spazio-temporal-estetico.

    Cave of Forgotten Dreams, film del 2010, è un ritorno al cinema degli albori come lo si intendeva al crepuscolo dell’800, meraviglia tecnica per vedere luoghi lontani ed esotici, per un viaggio non spaziale ma temporale, indietro di 32.000 anni, alla scoperta di una galleria d’arte sigillata nella roccia.

    Ieri sera ho visto cose tipo una forma d’arte che indaga un’altra forma d’arte, una tecnologia che da un secolo prova ciclicamente ad emergere e che viene sempre e comunque rigettata dalle sabbie del tempo, stalattiti e stalagmiti avvolti da carrelli e steadicam, carbone grattato su pietra e impronte di mani a firma dell’artista e artisti elencati nei titoli di coda, pittogrammi anzi pitture anzi dipinti dove l’uso del chiaroscuro è sconvolgentemente moderno e la resa del movimento per sovrapposizione (bisonti a otto zampe, profili di corna di rinoceronte ripetuti come fotogrammi successivi) è roba da ridurre Balla a un copista.

    E ancora: un altro artista (Peter Zeitlinger, DOP, presente in sala) che parla di come ha inteso riprendere il lavoro del pittore, le torce elettriche fredde al posto delle torce ardenti di fuoco, la prima volta che l’Odeon, costruito negli anni ’20, ospita una proiezione in 3D per per la prima volta in cui le cineprese sono entrate dentro la Grotta Chauvet, centinaia di persone in fila per entrare in sala e un gruppetto sparuto di scienziati a varcare la porta sigillata, il silenzio della cava rotto dallo sgocciolio lontano delle infiltrazioni e quello della sala dallo scricchiolio delle poltroncine in legno, occhialini XpanD in un teatro di velluti, stucchi e ceselli in oro, per un loop temporale di ossessioni tecnico-artistiche infinito, secoli e millenni che si sovrappongono incessantemente come una risacca di sedimenti calcarei, per cui alla fine ebbro di vortici e vertigini esco a prendere una boccata d’aria e fiorentinamente a riveder le stelle.

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    Recensioni cinematografiche alla rinfusa http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/recensioni-cinematografiche-alla-rinfusa/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/recensioni-cinematografiche-alla-rinfusa/#comments Mon, 07 Nov 2011 11:40:33 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2609 Ho visto un sacco di film ultimamente, belli e meno belli, ma di nessuno avrei granché da scrivere per giustificare una serie di post, per cui giusto per lo spirito di aggiornare il blog scrivo qui un po’ di impressioni alla rinfusa, appunti magari per recensioni future.

    Melancholia: il disaster movie della A Piece Beyond. Inizio e fine di una potenza raramente vista al cinema – e dico da anni – parte centrale larsvontrieriana (nel bene e nel male). Dopo Antichrist, un altro film di Lars che mi è piaciuto moltissimo. La depressione gli giova. Peccato dice l’abbia superata. “Goditela finché dura.” Proprio così.

    Le Avventure di Tin Tin: Il Segreto dell’Unicorno: che noia. Il protagonista è Tin Tin, eppure è il personaggio meno in vista, più piatto, meno interessante. La consolazione mi è arrivata quando nell’intervallo del primo tempo il ragazzino che avevo seduto davanti dice all’amichetto accanto: “Ti piace?” e quello risponde “Sì, dai, insomma.” Bravo Spielberg, bravo, hai perso i ragazzini di oggi dopo aver perso quelli di ieri, avanti così.

    Carnage: ok, l’ho visto doppiato, e questo basterebbe a farmi star zitto. Col beneficio del dubbio dico: mi aspettavo molto di più. Dopo il meraviglioso thriller astratto L’Uomo nell’Ombra che dosava tempi e ambienti alla perfezione, questo dramma da camera e salotto e bagno pare non decollare mai finché non ti accorgi che era già decollato e pure finito.

    This Must Be the Place: film sgangherato come il suo protagonista (e penso che questo sia il motivo). Mi sono divertito molto: temevo di spaccarmi le palle come a L’Amico di Famiglia dove l’estetica fagocitava il racconto, invece sono stato al gioco. Certo, ha degli sfilacciamenti incomprensibili, però “non mi hanno disturbato.”

    Drive: non griderei al capolavoro né al miracolo, non sono tra quelli a cui Bronson è piaciuto, ma devo dire che se non fosse stato diretto da Winding Refn questo film non avrebbe avuto il minimo motivo di interesse. Se uno volesse capire cosa sia la regia, lo guardi che qualcosa impara.

    La Pelle che Abito: un gran casino. Da una storia del genere si potevano fare almeno dieci film diversi, di cui quasi tutti migliori di quello adattato e diretto da Almodòvar. Il racconto si perde in involute digressioni, intermezzi comici inutili spezzano il pathos e le scene sembrano non attaccarsi per niente l’una con l’altra. Problemi di montaggio? Di sceneggiatura? Di regia? Anche tutti quanti insieme. Si riprende un po’ nel finale però è un peccato.

    Fine.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/2592/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/2592/#comments Mon, 07 Nov 2011 11:10:32 +0000 NiK http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2592 Oliviero: Come va col libro?
    Marcel: Sto inviando il manoscritto alla Salani… ma il sito contiene malware e non mi fa accedere.
    NiK: Voldemort?

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    Due meravigliosi timelapse http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/due-meravigliosi-timelapse/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/11/due-meravigliosi-timelapse/#comments Fri, 04 Nov 2011 22:58:00 +0000 Oliviero http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2604 Con Ron Fricke nel cuore, applausi a Mike Flores.

    Baja California Timelapses

    Timelapse Montage

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    Switched on Adeste Fideles http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/switched-on-adeste-fideles/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/switched-on-adeste-fideles/#comments Tue, 25 Oct 2011 17:19:22 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2202

    Esecuzione elettronica di Adeste Fideles, omaggio a Wendy Carlos, realizzata per il documentario Figli di Dio di Stefano Lodovichi.

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    Il pranzo della domenica http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/il-pranzo-della-domenica/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/il-pranzo-della-domenica/#comments Sun, 16 Oct 2011 10:00:14 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2586 Allora, come primo oggi abbiamo:

    Il menu del Papa

    Buon appetito.

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    http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/2584/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/2584/#comments Fri, 14 Oct 2011 11:53:11 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2584 Olivero: Ehi, come va?
    Filippo: Così…
    Oliviero: Non va un po’ meglio?
    Filippo: No.
    Oliviero: Mi dispiace sentirti così giù.
    Filippo: Dispiace anche a me sentirmici.

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    Un’attrice è un’attrice è un’attrice http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/unattrice-e-unattrice-e-unattrice/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/unattrice-e-unattrice-e-unattrice/#comments Wed, 12 Oct 2011 13:10:49 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2579 In Super 8 di J.J. Abrams, la scena di maggior impatto per me è quella iniziale ambientata alla piccola stazione ferroviaria. Non mi sto riferendo tuttavia al deragliamento del treno, una sequenza pur impeccabile per riuscita tecnica ed emotiva, ma al momento precedente in cui i giovani protagonisti si apprestano a girare una scena del loro film in Super 8. Qui Elle Fanning dà una prova di recitazione meravigliosa, recitando la parte di una ragazzina che recita la parte della moglie del detective.

    Questa scena mi ha ricordato Mulholland Dr. in cui l’attrice Naomi Watts interpreta l’aspirante attrice Betty Elms: in un provino per il suo primo ruolo importante, recita una scena molto intensa dialogando con un attore di fronte a lei.

    Quella scena mi aveva ricordato King Kong, in cui l’attrice Fay Wray interpretava la giovane attrice Ann Darrow: sulla barca verso l’isola sperduta, girava i reaction shots in primo piano da montare sul futuro girato con il gorilla.

    In questi tre casi, tre attrici interpretano tre attrici, con una abilità e potenza tali che lo spettatore non solo si dimentica di guardare un film, ma si dimentica anche la doppia finzione della scena.

    Questo per dire due cose: la prima è che l’attore è il veicolo principale per trasportare lo spettatore nella finzione artistica del film. Senza buoni attori ogni film crolla, ossia non si crea la sospensione dell’incredulità necessaria al godimento artistico. Ogni opera d’arte che si dica tale ha il potere di catturare l’osservatore e trasportarlo nel proprio mondo: una foto, un quadro, una scultura, un brano musicale, un libro, un palazzo, sono tutti in grado di esser letti come ambiente, cioè sono in grado di smettere anche solo per un istante di esser percepiti come oggetto.

    L’attore è l’elemento essenziale affinché un film miri a scomparire come giochi di luce su uno schermo.

    La seconda cosa è che queste due scene hanno la capacità di soddisfare due gratificazioni estetiche contemporaneamente: lo spettatore gode della finzione cinematografica perché si emoziona con il personaggio e contemporaneamente, senza che questo faccia smettere il primo godimento, gode anche della vertigine del gioco di doppia finzione.

    In questi tre casi, e ce ne saranno sicuramente altri, lo spettatore è sospeso tra il trucco e lo svelamento del trucco, che miracolosamente coesistono in un paradosso: un’attrice che recita un’attrice che recita un personaggio. Sarebbe da provare un terzo livello, e poi dire con Gertud Stein: un’attrice è un’attrice è un’attrice.

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    Video promozionale dei Gran Turismo Veloce http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/video-promozionale-dei-gran-turismo-veloce/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/video-promozionale-dei-gran-turismo-veloce/#comments Mon, 10 Oct 2011 13:11:17 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2570 I Gran Turismo Veloce hanno suonato al club NOB a Grosseto lo scorso agosto. Abbiamo utilizzato quel concerto per realizzare un video promozionale con estratti dei brani e interviste alla band. Buona visione.

    Gran Turismo Veloce promotional video

    Per chi volesse ascoltare per intero alcuni dei brani suonati live, ecco i link su YouTube:

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    Titolo per gruppo musicale n.1 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/titolo-per-gruppo-musicale-n-1/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/titolo-per-gruppo-musicale-n-1/#comments Mon, 10 Oct 2011 08:43:41 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2566 Per la serie Titoli, oggi presentiamo: Nome per un gruppo musicale futurista.

    Gli scoppi potentissimi

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    Steve Jobs 1955-2011 http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/steve-jobs-1955-2011/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/steve-jobs-1955-2011/#comments Thu, 06 Oct 2011 09:35:43 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2563 Steve Jobs 1955-2011

    Stay hungry, stay foolish.

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    Italiani brava gente http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/italiani-brava-gente/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/10/italiani-brava-gente/#comments Wed, 05 Oct 2011 09:51:53 +0000 Filippo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2556 I commenti del gruppo Facebook “Lasciate lo zio di Sarah alla folla” recitati da due robot professionisti. Le immagini sono quelle degli autori dei commenti. I testi non sono stati in alcun modo modificati.

    A 1562 persone piace questo elemento

    Un applauso a Santamariavideo, per un concept geniale.

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    Il Re di Raipure – Gran Turismo Veloce http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/il-re-di-raipure-gran-turismo-veloce/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/il-re-di-raipure-gran-turismo-veloce/#comments Thu, 29 Sep 2011 11:14:53 +0000 Massimo http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2546 I Gran Turismo Veloce sono stati invitati a partecipare alla realizzazione dell’album Tre dei Pierrot Lunaire, storica band progressive italiana.

    Nel 1978, dopo i successi degli album Pierrot Lunaire e Gudrun, il gruppo aveva registrato tre brani nuovi, ma il terzo disco non vide mai la luce. Oggi il pianista e compositore Arturo Saltieri ha realizzato questo terzo album con le tre registrazioni originali e otto cover suonate da altrettanti gruppi di progressive italiano.

    I Gran Turismo Veloce hanno scelto di omaggiare i Pierrot Lunaire con un riarrangiamento del brano Il Re di Raipure tratto dal loro primo album uscito nel 1974.

    Il disco è prodotto e distribuito in CD da MP Records e GT Music.

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    Il vero risultato del Ministero dell’Istruzione http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/il-vero-risultato-del-ministero-dellistruzione/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/il-vero-risultato-del-ministero-dellistruzione/#comments Mon, 26 Sep 2011 12:19:41 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2535 Lo strafalcione del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini sull’esperimento con i neutrini sta tenendo banco in rete con gustosissime battute (una delle migliori: “i neutrini sono particelle elementari che si sprigionano quando esplode una Mariastella”).

    Più che la gaffe sull’esistenza del tunnel che collegherebbe il CERN con il Gran Sasso, a me sconvolge il tono del comunicato stampa. Come ha scritto molto bene sabato Il Post:

    ha suscitato comprensibile ilarità il tono mussoliniano e celebrativo del pronunciamento del ministro, che ha fatto ricordare quelle persone che si affacciano per entrare nelle riprese del telegiornale o comparire nelle foto vicino alla Coppa. La vanità provinciale della prima persona – “rivolgo il mio plauso”, “sono profondamente grata” -, l’enfasi olimpionica – “una vittoria epocale” – che trasforma la serietà del metodo scientifico in una competizione quasi fisica. E l’idea che – nella medesima ottica infantil-sportiva – i ricercatori italiani abbiano battuto un record di velocità: “il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale”.
    Il buio in fondo al tunnel
    Il Post 24.09.2011

    Naturalmente il comunicato non è stato scritto personalmente dalla Gelmini ma da qualcuno del suo ufficio stampa. Dico questo non per scagionare il Ministro né per sminuirne le responsabilità, ma perché mi ha fatto tornare alla mente un altro comunicato stampa che avevo ricevuto anni fa per il lancio di un libro su Kubrick pubblicato dalla Lindau. Come curatore di ArchivioKubrick ricevo spesso simili segnalazioni, ma questa svetta tuttora tra tutte in modo luminosissimo. I toni da sagra di paese erano gli stessi, con in più svariati errori di battitura e di sintassi:

    Oggetto: messaggio per responsabile ufficio stampa e/o webmaster e/o responsabile commerciale
    Buongiorno,
    E’ appena uscita in libreria edito da Lindau STANLEY KUBRICK.L’UMANO NE PIU’NE’ MENO E’ un titolo che può rivestire per Lei particolare interesse. Qui sotto troverà la copertina del libro assieme al comunicato stampa. Il libro è anche visibile nella home-page di www.lindau.it
    Stanley Kubrick è ritenuto, universalemente, una pietra miliare della cinematografia mondiale. Non c’è regista o uomo di spettacolo che abbia così tanti estimatori e fans.
    Questo volumone scritto da Michel Chion, notissimo studioso e già autore di altri libri di Lindau, si configura come il testo definitivo, l’opera omnia su Kubrick: 608 pagine, formato grande, oltre 1000 forogrammi in bianco e nero dei suoi famosissimi film. E’ un testo imperdibile proposto da Lindau, casa editrice che ha pubblicato almeno 10 titoli concernenti Kubrick.
    Quindi sarebbe bello (e di questo La ringrazio) che tutti coloro che visitano il Vostro sito fossero a conoscenza dell’uscita di questo libro così importante. Lo strumento potrebbe essere una news-letter e/o una recensione sul vostro sito (ovviamente se le fate).
    L’intento è quello di far sapere che esiste questo libro.Insomma penso che se Lei lo segnalasse (precisando che è in vendita nelle migliori librerie in Italia oltrechè richiedibile sul sito www.lindau.it ) ai Suoi lettori renderebbe loro un bel servizio.
    Ovviamente sono pronto a omaggiarVi di un nostro libro: ma la cortesia che Vi chiedo è di non richiedere questo volume che costa 40,00 euro e la cui lavorazione ci è costata decine di migliaia di euro. Sarò felice perciò di omaggiarVi del Vostro servizio di un qualsiasi nostro libro Lindau: www.lindau.it (tra l’altro su Kubrick ce ne sono parecchi).
    Io La ringrazio ancora e sperando che la mia richiesta venga esaudita rimango a Sua disposizione.

    Ecco, così è come lavora un addetto stampa di una casa editrice nazionale, tra l’altro neanche una delle più piccole: un annuncio roboante scritto in modo pedestre, del tutto simile ai volantini delle gitarelle ai santuari con annessa vendita di pentole e posate di pregio. Le successive email del prode comunicatore in risposta al mio ringraziamento per la segnalazione ne rivelavano non solo l’ignoranza ma anche la molestia:

    06.12.2006
    Grazie gentile signore,
    vedrà che i suoi lettori saranno felici di leggere questa opera monumentale.
    Grazie ancora per quello che ha già fatto e che farà.
    Tra l’altro alla Fiera della Piccola Media Editoria che comincia domani fino al 10/12 all’Eur la Lindau ci sarà (stand m09)
    Se verrò sarò felice di conoscerLa e ringraziarLa.
    Saluti

    22.12.2006
    Gentile signore,
    Ancora grazie per quello che ha fatto: ha ricevuto ringraziamenti da parte di suoi iscritti alla mailing-list per essere venuti a sapere che è uscita questo monumentale lavoro su Kubrick?I nostri 2 libri li ha ricevuti?
    Mi fa sapere?
    So che sta lavorando al sito, sarebbe bello anche che un libro di tale levatura fosse addiritturra sulla home-page.
    Mi fa sapere?
    Ancora grazie e tanti auguri di Buon Natale e di un sereno 2007 ricco di salute.
    Buongiorno

    Dopo aver risposto che nessuno tra i lettori di ArchivioKubrick aveva reagito con l’entusiasmo da lui sperato all’annuncio dell’uscita dell’ennesimo saggio-mattone autoreferenziale su Stanley Kubrick, l’intraprendentissmo addetto stampa vinceva gli indugi sul colossale sforzo economico dell’azienda e decideva di inviarmene una copia per recensirlo.

    Grazie sig.,
    vedrà che rimarrà “a bocca aperta” (come Funari!!). Non vedo l’ora di vederLa sul sito!
    Ancora grazie

    Mi faceva quasi tenerezza, specie quando se ne uscì con gli “auguroni di tutto cuore” per l’anno nuovo.

    Superfluo parlare di meritocrazia, di sistema scolastico allo sfascio, di abissale ignoranza, di impressionante incompetenza, di ridicola concezione di internet, o anche solo dell’assenza di un banale stare-al-mondo.

    In finale, per tornare alla vicenda Gelmini e chiudere il cerchio, vorrei anche notare come tutti i blogger si erano affrettati a ricopiare il testo del comunicato prima che il sito del Ministero lo togliesse. Ingenui. E’ ovvio che il testo resti sul sito, perché non si tratta di una gaffe e anzi, la rettifica diffusa a seguito delle proteste ne ribadisce prevedibilmente tanto i toni quanto il contenuto. Che resti pure lì per sempre, quel comunicato. E’ chiarissimo e comunica molte più cose della scoperta scientifica.

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    Secuestrados: un film fatto bene per far male http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/secuestrados-un-film-fatto-bene-per-far-male/ http://www.emiliodalessandro.it/ilblogdellinquietudine/2011/09/secuestrados-un-film-fatto-bene-per-far-male/#comments Sat, 24 Sep 2011 21:42:31 +0000 nessuno2001 http://www.ilblogdellinquietudine.it/?p=2529 In barba ai vari Hostel e ai suoi innumerevoli epigoni, lo spagnolo Secuestrados è un film che fa davvero male. Per turbare lo spettatore non serve aprire una macelleria né oltrepassare il limite del disgusto: è invece necessario creare dei personaggi per cui tener parte e fargliene passare di ogni.

    Il regista Miguel Ángel Vivas e lo sceneggiatore Javier García fanno la prima cosa in cinque minuti con rara maestria, poi spendono i restanti settanta in un crescendo di sorprese e cattiveria senza mai perdere ritmo. Non c’è spazio non dico per un sorriso ma neanche per riprender fiato: un’ora e un quarto tiratissima e oggettivamente faticosa.

    Se ci aggiungete un sapientissimo uso del piano sequenza, così meravigliosamente non virtuosistico che passa inosservato ma lascia il segno, otterrete una gran bella lezione di sadismo cinematografico. Guardare a vostro rischio e pericolo, alla fine si resta così:

    Secuestrados

    Secuestrados, di Miguel Ángel Vivas [Spagna 2010]
    Voto: 8. agghiacciante horror di impressionante bravura.

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